NEWS

Blitz antiestorsione a Palermo

Di Giovanna Caltanissetta il . Sicilia

Stamani all’alba nell’ambito di un’operazione del reparto operativo del Comando provinciale di Palermo e dal Nucleo speciale polizia valutaria – Sezione antiriciclaggio di Palermo della Guardia di Finanza sono stati eseguiti nove fermi, tra vertici e affiliati di famiglie mafiose organiche ai mandamenti “Resuttana” e “Tommaso Natale-San Lorenzo” di Palermo. Per tutti l’accusa è di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alle estorsioni, i fermi sono avvenuti a seguito dei provvedimenti emessi dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai sostituti Gaetano Paci, Lia Sava e Francesco Del Bene. Gli arresti di oggi, si inseriscono nell’ambito di complesse attività investigative, svolte autonomamente dai carabinieri e dalla Guardia di finanza, in seguito dell’arresto del boss Salvatore Lo Piccolo, avvenuto il 5 novembre del 2007. Indagini che nel maggio scorso avevano condotto all’arresto di altre 21 persone, sempre legate ai due mandamenti, a testimoniare una sempre maggiore integrazione tra i due contesti criminali, attraverso una radiografia fedele ed aggiornata delle dinamiche al loro interno. Dopo l’arresto dei Lo Piccolo infatti, i clan ad essi legati, una volta privati dalla loro guida non cercano lo scontro, anche per evitare ulteriori indagini delle forze dell’ordine, ma continuano a gestire in maniera autonoma il pizzo e le estorsioni nei territori di competenza, quasi a creare una sorta di “pax mafiosa” nel territorio posto sotto il loro controllo.

Gli arresti di oggi, colpiscono soprattutto la rete delle estorsioni gestite dai rispettivi clan. L’attività estorsiva, soprattutto quella legata al pizzo, è tuttora il reato tipico della criminalità organizzata finalizzato da una parte al controllo del territorio e dall’altra all’accumulazione di denaro, usato dalle famiglie per assicurare la “mesata” ai picciotti, assistere i carcerati e pagare gli avvocati. Il pizzo, la “tassa della mafia” per eccellenza, è l’entrata principale che ne alimenta la quotidianità, spesso mascherata da richieste di offerte per ricevere protezione contro i “delinquenti”, oppure offerte per le feste patronali o per le principali feste religiose. Paradossalmente è proprio questa attività “subdola” che rende più visibile, più contigente la presenza delle cosche nel territorio, che lega la vittima al suo estorsore. Infatti dopo una fase di “avvicinamento”e intimidazione, e si conclude con un “accordo” più o meno volontario, tra le due parti. Il primo passo da fare per liberarsi dal pizzo, è innanzitutto rompere questo “accordo” imposto con la violenza e con la forza, la rottura può avvenire solo attraverso la denuncia.

I dati dell’XI rapporto di SosImpresa “Le mani della criminalità sulle imprese”, rivelano che le denuncie negli ultimi 5 anni sono aumentate del 30% , nonostante questo però il racket resta il problema principale per gli imprenditori italiani. Questo dimostra che c’è ancora molto fare, soprattutto da parte delle istituzioni che dovrebbero varare una serie di misure legislative volte a incoraggiare le denunce e a garantire una maggiore tutela per chi denuncia. Libero Grassi, l’imprenditore siciliano che diciotto anni fa venne ucciso dalla mafia, dopo aver intrapreso un’azione solitaria contro una richiesta di estorsione senza ricevere alcun appoggio, scriveva «spero solo che la mia denuncia abbia dimostrato agli imprenditori siciliani che ci si può ribellare». La sua speranza è viva ancora oggi, e rivive ogni volta che un imprenditore, un commerciante trova il coraggio di denunciare il suo estorsore, con la fiducia che oggi nessuno venga lasciato da solo a condurre battaglie solitarie, ma che riceva l’appoggio non solo delle associazioni di categoria e dello Stato ma di tutta la società civile.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link