Processo Hiram, si alla rogatoria in Australia
I giudici della terza sezione del
tribunale di Palermo, presieduta da Raimondo Lo Forti, hanno
deciso di sentire in rogatoria in Australia il gesuita Ferruccio
Romanin, accusato di concorso in associazione mafiosa nell’
ambito dell’indagine denominata Hiram che ha fatto luce su
un’organizzazione criminale che avrebbe «aggiustato» processi
in Cassazione per fare ottenere benefici ad alcuni imputati tra
i quali esponenti mafiosi. Il gesuita è un teste chiave in
quanto, secondo l’accusa, in cambio di denaro – dai 500 ai 2
mila euro – avrebbe fornito al faccendiere massone Rodolfo
Grancini, mente dell’organizzazione, lettere in cui veniva
attestata falsamente la buona condotta di alcuni imputati.
Secondo l’indagine il gesuita avrebbe ricevuto massoni e
politici, con cui aveva intensi rapporti d’affari, nella
sacrestia della chiesa romana di Sant’Ignazio di Loyola. Tra i
personaggi con cui Romanin avrebbe avuto rapporti, ci sarebbe
stato anche il senatore Marcello Dell’Utri che, interrogato
durante le indagini, si è avvalso della facoltà di non
rispondere. Sulla richiesta di rogatoria, che dovrà svolgersi
nell’ambito del processo a cinque dei personaggi coinvolti
nell’indagine, dovrà pronunciarsi il ministro della Giustizia
che, eventualmente, girerà la richiesta alle autorità
giudiziaria australiane.
Il processo è stato rinviato al 25 gennaio.
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