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Da Casalecchio di Reno, un messaggio contro le mafie

Di Massimiliano Rubbi il . Emilia-Romagna

Un grande successo di pubblico, con
una media di oltre 200 presenze a ogni appuntamento, oltre
110 citazioni
nella stampa e nei siti di informazione e 4.309
visite al sito web
nei soli tre giorni di iniziative, cui si aggiungono
3.671 contatti alle dirette web
, testimonianza di un’attenzione
non limitata all’ambito locale: questo un primo bilancio in sintesi
della quinta edizione di Politicamente Scorretto, svoltasi
dal 27 al 29 novembre 2009 a Casalecchio di Reno (BO). Gli 11 incontri
per le scuole e per il pubblico, con quasi 50 ospiti coinvolti,
sono stati centrati quest’anno sulla lotta alle mafie, e in particolare
sul tema dei beni confiscati alla criminalità organizzata, che
Casalecchio delle Culture e Carlo Lucarelli avevano proposto di destinare
alla cultura con l’appello “Nei forzieri della mafia, un tesoro
per la Cultura”
. La campagna, che ha raccolto oltre 2.200
adesioni
, si è intrecciata nei giorni di Politicamente Scorretto
con l’appello di Libera “Niente regali alle mafie, i beni
confiscati sono cosa nostra”, promosso per contrastare la norma
introdotta nella discussione della Legge Finanziaria 2010 che prevede
la vendita all’asta dei beni confiscati, con il prevedibile effetto
di farli tornare, tramite prestanome, nella disponibilità delle stesse
organizzazioni mafiose. In particolare, il dibattito della mattinata
di domenica 29 novembre, con la partecipazione tra gli altri di Don
Luigi Ciotti, Anna Canepa e Gianrico Carofiglio
, ha sottolineato
come lo Stato debba da un lato prevedere norme efficaci nel contrasto
alla criminalità, evitando errori come la previsione di vendita dei
beni o il regime delle incompatibilità che dal 2006 ha sguarnito il
ruolo dei pubblici ministeri in molte Procure, e dall’altro assumere
questo contrasto come profilo morale della classe politica, i
cui esponenti a volte si prestano invece a commistioni con la cosiddetta
“zona grigia” della società – un profilo morale che è invece
indispensabile per sostenere il contrasto “dal basso” ai fenomeni
mafiosi.

L’incontro “Un appello Politicamente scorretto” ha suscitato
interesse anche in quanto ha costituito la prima uscita locale di
Roberto Alfonso
, sostituto procuratore della Direzione Nazionale
Antimafia recentemente nominato nuovo Procuratore Capo di Bologna. Alfonso
ha spiegato con dettaglio e chiarezza in base a quali diverse normative
si procede oggi alla confisca dei beni individuati come appartenenti
alle organizzazioni mafiose, e come le leggi attualmente in discussione
incidano sulla possibilità stessa di procedere alla confisca e sulla
gestione successiva dei beni. 
Lucida e appassionata, nel dibattito del pomeriggio di domenica 29 a
margine dell’anteprima nazionale del documentario Sconzajuoco,
l’analisi del giudice Roberto Scarpinato sulle commistioni
storiche e strutturali tra mafia e contesti economici e sociali

in Sicilia e in Italia, solo in parte scalfite dai positivi risultati
conseguiti dalle forze dell’ordine. 
 
Molto partecipato anche il workshop rivolto ai giovani di venerdì 27
novembre “A schiena dritta”, sul tema delle minacce
ai giornalisti attivi in terre ad alta penetrazione criminale e dell’osservatorio
Ossigeno
che analizza e rende pubbliche le loro situazioni.
In occasione del seminario è stato presentato per la prima volta il
documentario Avamposto, realizzato da Roberto S. Rossi
e Roberta Mani sui giornalisti minacciati in Calabria, e il fondatore
di Ossigeno Alberto Spampinato ha lanciato due proposte per
limitare gli ostacoli all’informazione
: l’introduzione di un’aggravante
specifica per le minacce e le violenze commesse per limitare la libertà
di espressione giornalistica, e la subordinazione dei risarcimenti civili
a giornalisti (la cui richiesta è oggi spesso strumento di “intimidazione
preventiva”) all’esercizio dell’azione penale e al versamento di
una cauzione proporzionale all’importo richiesto. 
Un teatro strapieno di ragazzi delle superiori ha accolto nelle mattinate
di venerdì 27 e sabato 28 novembre Pina Maisano Grassi
e Gian Carlo Caselli. La vedova di Libero Grassi ha ricordato
l’impegno imprenditoriale e politico del marito, sottolineando un aspetto
che è poi ritornato in diversi incontri di Politicamente Scorretto:
la lotta alla mafia non è condotta da eroi, ma da persone normali
che vogliono vivere una vita normale
, ad esempio svolgere un’attività
di impresa all’interno di un regolare contesto di mercato. Pina Grassi
ha poi citato l’esperienza di Addiopizzo, un contrasto diffuso
al racket che sta cambiando la Sicilia ridando dignità a un intero
popolo.

Gian Carlo Caselli ha invece risposto alla difficile domanda “Rispettare
le regole conviene?”
, citando vari esempi in cui il non-rispetto
di norme condivise comporta un impoverimento di tutto il tessuto sociale.
In particolare, Caselli ha rimarcato come un’economia affetta dalla
criminalità organizzata implica extra-costi come il pizzo e le maggiori
spese per l’ordine pubblico, e quindi ostacola la competitività delle
imprese che vi operano; in una situazione così impoverita la mafia
può di conseguenza presentarsi come fornitore di lavoro e di sicurezza,
generando un circolo vizioso che la rafforza e che va pertanto spezzato.
Caselli ha anche affermato che la lotta alla mafia è a un buon punto
sul piano meramente repressivo, ma ancora arretrata è l’analisi delle
connivenze tra criminalità e politica
, un tema molto difficile
da affrontare e che, come l’esempio di Giovanni Falcone dimostra, porta
spesso chi vi si avvicini a perdere la solidarietà e rimanere solo.

L’attenzione di Politicamente Scorretto
all’educazione alla legalità delle giovani generazioni si è concretizzata
anche nella seconda edizione di Il primo piatto della legalità,
in collaborazione con Concerta e Melamangio, con un notevole
ampliamento rispetto al 2008: nella giornata di venerdì 27 novembre
oltre 10.000 alunni
delle scuole di 14 Comuni delle province di
Bologna, Modena e Ferrara hanno potuto mangiare un piatto preparato
esclusivamente con prodotti biologici di
Libera Terra
, coltivati in terreni confiscati alle mafie.
I prodotti di Libera Terra, inclusi i panieri natalizi, hanno
inoltre avuto un buon riscontro di vendite nel mercatino allestito in
Casa della Conoscenza nelle giornate di sabato 28 e domenica 29. 
La giornata di domenica 29 novembre ha infine costituito la prima tappa
emiliano-romagnola della Carovana Antimafie di Libera,
cui Politicamente Scorretto ha passato il testimone per una lotta
alla criminalità organizzata attraverso la cultura della legalità
che sappiamo bene avere ancora molti passi davanti a sé.

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