Operazione contro cosca Gela, 41 ordini di custodia cautelare
La polizia sta
eseguendo 41 ordini di custodia cautelare nei confronti di
altrettanti esponenti della cosca mafiosa degli Emmanuello di
Gela, nell’ambito di una vasta operazione antimafia tra la
Sicilia, la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia, la Liguria e la
Toscana. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del tribunale
di Caltanissetta, Giovanbattista Tona, su richiesta della Dda
nissena. Gli arrestati devono rispondere, a vario titolo, di
associazione mafiosa finalizzata al controllo illecito degli
appalti e dei subappalti, intermediazione abusiva di manodopera,
traffico di stupefacenti, ricettazione, estorsione,
danneggiamenti, riciclaggio di denaro sporco, detenzione e porto
abusivo di armi e munizioni.
Tra le armi (pistole, fucili ed esplosivo) sequestrati dagli
uomini della squadra mobile di Caltanissetta, del commissariato
di Gela e delle altre questure che hanno partecipato
all’operazione denominata «Compendium», c’è anche una colt
calibro 45 che, secondo una perizia balistica, sarebbe stata
usata in due omicidi compiuti a Gela, durante la guerra di
mafia: quello di Antonio Meroni, nell’89, e quello di Francesco
Dammaggio, nel febbraio del 91.
La cosca Emmanuello aveva messo in piedi al Nord una
ramificata organizzazione, con base a Parma, che controllava
imprese, appalti e manodopera in cinque regioni. Tre suoi
esponenti si erano persino candidati nella lista Udeur-Popolari
alle elezioni comunali di Parma, il 27 e 28 maggio del 2007,
senza però essere eletti. L’inchiesta si è avvalsa della
collaborazione di una donna tedesca, ex convivente di uno dei
fratelli Emmanuello, Alessandro. Una conferenza stampa è stata
convocata dagli inquirenti in mattinata nella questura di
Caltanissetta
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