L’informazione che sfida il potere
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Angelo Venti, subito dopo il terremoto,
si trasferisce a L’Aquila con le molte armi e i pochi bagagli della
sua passione professionale.
Viene dalla Marsica, un autentico
“lupo” del mestiere giornalistico, direttore e autore di site.it
e di un’incredibile produzione cartacea ciclostilata, che realizza
e diffonde in migliaia di copie inchieste e notizie spesso occultate
dalla stampa, denunciando i lati oscuri e gli abusi del potere,
l’invasione delle mafie in terra d’Abruzzo, da Avezzano alla
costa adriatica.
Cronista esperto, collegato con magistrati,
investigatori ma soprattutto con il tessuto sociale del territorio,
dagli imprenditori alla gente comune, intuisce subito che dopo il
terremoto, prima nell’emergenza e subito dopo nel mare della
ricostruzione, si sarebbero affacciati pescecani, interessi di
origine criminale, società sospette, illegalità diffuse. Per molte
interminabili notti Angelo dorme in tenda, a guardia del suo semplice
ma insostituibile apparato di produzione, spartendo ansie e disagi
con migliaia di donne e uomini senza più casa né futuro.
Da
questo difficile osservatorio, fonte insieme di preziose
testimonianze sul campo, apre il suo fronte dell’informazione,
cercando ogni giorno la verità dei fatti, verificando
quotidianamente i dati acquisiti in una investigazione attenta che
non fa sconti a nessuno. È di Angelo la denuncia di sconcertanti
rimozioni di macerie, che consentono alla Procura di intervenire
bloccando nascenti manovre di condizionamento delle inchieste
giudiziarie sulle responsabilità nei crolli di edifici pubblici. Ma
la sua non è un’azione da testimone solitario. Nei mesi successivi
è il punto di riferimento degli inviati dei giornali di mezz’Italia
e dei tg nazionali, raccogliendo e redistribuendo notizie di prima
mano. E portano il suo segno, o almeno una sua partecipazione, le
inchieste sulla gestione dei bagni chimici, come sulla miriade di
subappalti che fanno capo al progetto C.a.s.e., cioè la costruzione
di 4.700 alloggi. Angelo ha colto l’anomalia di uno strapotere
centrale da parte del dipartimento della Protezione civile, che con
incredibile mancanza di trasparenza è in grado di coordinare ma
anche di superare o limitare le stesse indagini delle forze di
polizia sulla base di un assoluto e inedito potere di ordinanza.
Siamo ai limiti della legalità, con una situazione pericolosa anche
per le infiltrazioni di interessi mafiosi in una torta di centinaia
di milioni di euro. Fra i 132 subappalti in gioco, ad esempio, si
scopre che uno conduce già a società di Gela in odore di mafia. Le
denunce di Angelo provocano reazioni e attacchi ma sono documentate,
frutto di impegno investigativo sempre accompagnato da verifiche
accurate. È naturale quindi la solidarietà di Libera e di Libera
informazione, che fin dai primi giorni gli sono a fianco in un
impegno che abbraccia le dure condizioni in cui è costretta la
popolazione sfollata. Angelo ha saputo infatti collegarsi con i
gruppi di volontari e con le associazioni civili sul territorio, per
progetti di partecipazione ben diversi dalla fredda e burocratica
“new town” programmata e magnificata dal premier, peraltro
fortemente in ritardo. Nasce così la biblioteca di Paganica,
costruita in bio-architettura con il lavoro volontario dei “camalli”
di Genova e risorse fornite da tante piccole donazioni, per formare
ragazzi sulle problematiche della legalità: un presidio di Libera
affidato ad Angelo Venti. Un lupo marsicano coraggioso, lucido,
onesto, in un panorama desolato che contrasta, con la sua dura realtà
ancora senza soluzioni, il miraggio di facili promesse.
La buona
informazione e l’impegno civile, in questo dramma, restano gli
unici attori in grado di togliere parte della scena a un potere privo
di controlli.
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