Governo arresta latitanti e toglie fondi alla sicurezza
L’arresto di grandi latitanti esaltato dal Governo nazionale come prova dell’impegno antimafia, non convince. «Non credo che tutti abbiano diritto di esultare» dice Antonio Cusumano segretario provinciale a Trapani del sindacato di polizia Siulp. «La lotta alla mafia – dice – è una cosa seria e di sicuro il Governo non può sbandierare di aver raggiunto grandi risultati solo perché la magistratura e pochi poliziotti (Squadra Catturandi) malpagati sono riusciti a catturare numerosi latitanti o a confiscare dei beni appartenuti ai mafiosi. Abbiamo un dato a disposizione ed è quello che quando gli stessi magistrati e poliziotti si occupano delle collusioni tra mafia e politici vedono maltrattati e offesi».
Trapani, anno 2009. La conclusione di questi 12 mesi confermano che qui la mafia resta sommersa grazie a connessioni occulte e quello che si è scoperto sembra essere solo la punta di un iceberg. Cosa Nostra resta Custoderonelle mani del latitante Matteo Messina Denaro coperto dall’area grigia, colletti bianchi, imprenditori, professionisti, politici. Trapani è una provincia dove anche il più insignificante dei latitanti, un mezzo boss marsalese, Francesco De Vita, ergastolano, diventato quasi capo mafia perchè gli altri boss nel frattempo sono finiti in carcere, si è ritrovato a potere sfuggire all’arresto da 9 anni, avendo dalla sua parte preziosi aiuti, come i favoreggiatori, due coppie, che da ultimo sono state scoperte, contestualmente al suo arresto da parte dei carabinieri, di persone completamente incensurate. Figurarsi quali appoggi può avere avuto ed avere ancora il temibile Messina Denaro, il “fattore” di casa D’Alì. Le ultime indagini ci consegnano stallieri, campieri e fattori “punciuti” a servizio dei politici. Mafia e politica è come l’acqua per i pesci. Allora cosa attendersi dai politici? Giriamo la domanda a Cusumano del Siulp di Trapani, terra di frontiera e zoccolo duro della mafia.
Ma questo Governo qualcosa l’ha fatta?
«Si – risponde Cusumano – ha tagliato gli stanziamenti per le Forze dell’Ordine, 1 miliardo di euro di tagli reali contenuti nella scorsa finanziaria, per questo 40 mila poliziotti hanno protestato a Roma lo scorso 28 ottobre».
Tagli che consistono in cosa?
«Il governo fa finta di non conoscere gli atti ufficiali con cui il Ministro dell’Interno ha rappresentato la grave situazione economica in cui versa il dicastero dell’Interno dopo gli ultimi pesanti tagli operati. La scure dell’ultimo provvedimento che porta il nome del Ministro Brunetta, ha comportato per il solo capitolo dell’ordine pubblico e sicurezza del Dipartimento della P.S. un taglio pari a 16 ml di euro sugli straordinari, il 55% sul capitolo dell’Ordine Pubblico, 20,50% sulla manutenzione dei mezzi, 20,50% sulla manutenzione dei locali, 20,50% sulla pulizia dei locali, 20,50% sulla manutenzione degli impianti ed udite udite oltre l’85% in meno sul capitolo degli armamenti. Con questi numeri non si possono fare nemmeno le fotocopie o mettere la benzina alle auto e se i nostri colleghi sono riusciti a prendere pericolosi latitanti si deve alla loro abnegazione e al grande spirito di sacrificio ed al fatto che hanno lavorato senza straordinari senza riposi e senza ferie, per raggiungere i loro obiettivi. In quale paese civile si fa lotta alla mafia risparmiando sulla pelle dei poliziotti e sugli appartenenti alle forze dell’ordine e della magistratura? Ma si fa davvero la lotta alla mafia aggravando il 41bis come ha detto il Ministro Alfano? Ma si fa veramente la lotta alla mafia tagliando i fondi per le missioni del 70% azzerando di fatto, ogni possibilità per gli investigatori e gli operatori di poter continuare ad effettuare le proprie indagini?
La vostra critica riguarda delle norme, quali?
«Il decreto sulle intercettazioni, è come se al chirurgo togliessero il bisturi per operare, le intercettazioni sono uno strumento fondamentale senza il quale molti dei risultati fino a ora raggiunti, non potranno più essere conseguiti. Noi diciamo, e lo abbiamo fatto stampare su alcune magliette “cu unnè visto e unnè pigghiatu ora un po’ mancu essiri intercettatu”, tradotto, “si sta impedendo la lotta alla mafia”. Altro che antimafia delle leggi!».
E però i risultati ci sono lo stesso.
«Per fortuna questo perchè ci sono tante persone che si rimboccano le maniche, e con i mezzi che hanno, riescono ad ottenere questi risultati che hanno del miracoloso, proprio perché ottenuto con questi mezzi, uomini e donne delle forze dell’ordine che ogni giorno rischiano e a volte perdono la vita per difendere la legalità, un impegno mostrato costantemente nei territori più caldi a prescindere da chi c’è al Governo perché la sicurezza è un diritto e i diritti non si tagliano ma si difendono. Goffo, invece, è il tentativo di far passare come propri i meriti del lavoro dei poliziotti che nonostante i tagli alle risorse e al mancato impegno alle promesse fatte in campagna elettorale e sui tavoli istituzionali dal Governo, continuano con sacrificio ed abnegazione a sventare rapine, omicidi e ad arrestare latitanti».
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