NEWS

Grasso: la legge sui pentiti non si cambia

Di Norma Ferrara il . Sicilia

Va dritto al cuore delle dichiarazioni che in mattinata erano state espresse dal Ministro della giustizia, Angelino Alfano, Piero Grasso Procuratore nazionale antimafia, intervenuto ieri a Roma, alla presentazione del libro di Francesco Forgione, Mafia Export. Il guardasigilli nel corso di una conferenza stampa al Senato  aveva infatti sollecitato i magistrati a stare lontani dalla ribalta dei mass media: «Lavorando di più in procura e senza le luci delle telecamere si arresta qualche latitante in più, con qualche convegno in meno e qualche latitante in più si fa il bene del Paese – aveva dichiarato».

 Nel pomeriggio le dichiarazioni del procuratore nazionale Piero Grasso non si sono fatte attendere: “l’attenzione dei media non distrae i magistrati dai processi – ha commentato Grasso – che per fortuna non si fanno in televisione ma nelle aule dei tribunali; i magistrati sono tutti impegnati sui territori in questa battaglia, senza distrazioni.  

Si è parlato inoltre degli strumenti normativi a disposizione della giustizia italiana durante il dibattito moderato dal giornalista Giovanni Bianconi del Corriere della Sera , in merito alla legge sui pentiti Grasso ha affermato: “se il Ministro della Giustizia conferma che questa legge va bene, io sono c’accordo non va modificata. L’unica modifica – sottolinea – potrebbe essere quella di aumentare il tempo dei 180 giorni per far dichiarare i pentiti…”. Sul concorso esterno in associazione mafiosa Grasso ribadisce:  “La polemica e lo spauracchio sul reato di concorso esterno in associazione mafiosa, io lo ridurrei a nulla, perché si tratta di clamore non giustificato. Negli ultimi 10 anni sono pochissime le condanne per questo reato e il clamore è dovuto a quelle che sono finite nel circuito mediatico, determinando lo spauracchio che si possa essere condannati per mafia anche quando non si è mafiosi, ma posso garantire che questo non è mai avvenuto”.   

Anche Francesco Forgione durante il dibattito fa riferimento alla confernza stampa del Governo in materia di contrasto alla criminalità organizzata e rivolge un invito al ministro Alfano che in mattinata aveva dichiarato  “la mafia è in ginocchio perchè questo Governo l’ha sconfitta”. “Sarebbe opportuno – ribatte Forgione –  che la lotta alle mafie venisse sottratta da tifoserie politiche. Proprio Cosa nostra per prima ha dimostrato la sua capacità di rigenerarsi nonostante gli arresti. Inoltre  –  conclude Forgione – serve garantire in questa battaglia serenità ai magistrati, autonomia e indipendenza”. 

Nel suo intervento inoltre Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, ha ricordato le parole di Paolo Borsellino quando nel momento di maggiori risultati per lo Stato nella lotta alle mafie disse “attenzione a non coltivare perniciose illusioni, non sono consentiti allentamenti di impegno e di tensione”. E sui beni confiscati ha commentato: bene l’istituzione dell’agenzia nazionale ma no alla norma che consente la vendita dei beni confiscati ai mafiosi. Quello che chiediamo  – continua Ciotti –  è invece l’istituzione di un Testo unico in materia di beni confiscati, un rafforzamento degli strumenti per le indagini patrimoniali, maggiore trasparenza nel percorso di assegnazione e di rispettare quella norma introdotta nella Finanziaria del 2006 con la quale era prevista la confisca dei beni ai corrotti e il loro riutilizzo sociale. Il 30% dei beni è sotto ipoteca bancaria, serve che anche le banche si facciano carico della loro parte di responsibilità”.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link