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Mafia, operazione delle Fiamme Gialle a Bari: in manette boss e ‘colletti bianchi’

Redazione il . Senza categoria

Maxi-blitz antimafia in Puglia. Oltre mille finanzieri hanno arrestato 83 persone su richiesta della Dda di Bari, smantellando una cosca mafiosa pugliese responsabile di associazione a delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio, usura, riciclaggio, turbativa d’asta, e traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Tra i destinatari delle misure eseguite dal Gruppo Investigativo sulla Criminalita’ Organizzata delle Fiamme Gialle di Bari, vi sono anche alcuni “colletti bianchi”. In manette nell’operazione ‘Domino’ è finito Savino Parisi, detto ‘Savinuccio’, 48 anni, storico boss del quartiere Japigia di Bari. 
Le fiamme gialle hanno sequestrato 227 immobili tra ville, appartamenti nel capoluogo pugliese e a Montecatini Terme, capannoni industriali a Baricentro di Casamassima e a Mantova, quasi 700 conti correnti bancari, 61 auto lussuose, quote sociali di societa’ con fatturati di svariati milioni di euro, tra le quali la ‘Sport & More’, con sede in molte citta’. Il valore dei sequestri e’ pari a 220 milioni di euro. Parisi,dopo 14 anni trascorsi in carcere per fatti di mafia, era tornato a controllare le attivita’ criminali nel territorio legandosi tra l’altro con una potentissima cellula italo-serba di trafficanti di droga con centro a Milano. Il vecchio esponente della criminalita’ organizzata, secondo gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia, avrebbe acquistato nel tempo decine di chili di cocaina tutti sequestrati nel corso delle indagini dalle Fiamme gialle.
 Per questo motivo, stamattina, sono stati arrestati Luigi Magrini, 37 anni, trasferito a Milano per seguire da vicino l’affare, Francesco Martiradonna, 36 anni, figlio del noto pregiudicato Vito, e infine Francesco Calzolaio, 31 anni e Nicola Iandolo, 40 anni, ritenuti corrieri della droga. Coinvolti nell’inchiesta anche insospettabili professionisti (due avvocati, un notaio e cinque direttori di banca) e amministratori pubblici del Comune di Valenzano. Secondo l’accusa i ‘colletti bianchi’ avrebbero collaborato con le organizzazioni criminali.
In particolare l’ex vicesindaco del Comune di Valenzano, alle porte di Bari, Donato Amoruso e l’assessore Vitantonio Leuzzi avrebbero agevolato l’iter burocratico legato all’approvazione delle concessioni, con la promessa di partecipare agli utili frutto della vendita dei beni realizzati, configurando cosi’ gravissimi reati di corruzione. L’imprenditore Antonio Perilli, ritenuto uomo di fiducia del boss Michelangelo Stramaglia, inoltre, secondo gli investigatori, sarebbe stato agevolato dal clan nell’elezione a consigliere comunale di Valenzano per poter intervenire in ogni utile necessita’.
L’inchiesta, nata oltre tre anni fa e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo pugliese, ha inferto un colpo durissimo alle organizzazioni mafiose radicate nella regione, proprio perche’ ha centrato patrimoni, cuore dell’organizzazione. Insieme al boss Parisi sono stati arrestati alcuni suoi uomini fidatissimi: Battista Lovreglio, 51 anni, Giuseppe Sciancalepore, 54 anni e Cosimo Fortunato gia’ pregiudicati per reati di natura mafiosa. Tutti sono accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio, traffico internazionale di stupefacenti, usura, turbativa d’asta e riciclaggio.
‘Savinuccio’ Parisi, dopo aver terminato di scontare 14 anni di carcere, aveva immediatamente ripreso le redini dell’organizzazione e delle attivita’ illecite. Il traffico di droga si e’ rivelato la prima fonte di accumulo di denaro.
Una delle attivita’ principali del clan guidato da Parisi, sarebbe stata quella legata al riciclaggio del denaro sporco. I finanzieri hanno ricostruito nel tempo tutti i flussi finanziari del denaro accumulato, stabilendo che Parisi avesse addirittura gettato le fondamenta, tra le altre cose, per un’opera colossale: un progetto di edilizia universitaria, noto come Centro Integrato Universitario, una struttura tra le piu’ grandi in Italia capace di accogliere oltre 3500 studenti e che avrebbe offerto strutture didattiche di assoluta avanguardia. 
Le concessioni per la costruzione, gia’ ottenute dal clan da parte del Comune di Valenzano, stavano per fruttare all’organizzazione guadagni milionari anche grazie alla collusione di imprenditori compiacenti. Il valore dei lotti acquisiti e ora sequestrati dalla Guardia di finanza e’ pari a 30 milioni di euro: se confiscati potrebbero entrare nelle casse dello Stato

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