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Il magistrato Barbro Jonsson supporta il riuso sociale dei beni confiscati

Di Lorenzo Bodrero* il . Internazionale



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Nell’ambito del presidio organizzato
da network FLARE di fronte al palazzo del Consiglio dell’Unione
Europea in cui ha sede il Consiglio dei Ministri della Giustizia e
dell’Interno dei 27 paesi membri, la magistrata svedese Barbro
Jonsson, interrogata sul recente emendamento alla Finanziaria
italiana si è detta «decisamente contraria» alla messa all’asta
di patrimoni criminali. 

«Sono in totale disaccordo. Una
proposta del genere potrebbe rivelarsi decisamente rischiosa», ha
dichiarato telefonicamente all’ufficio stampa di FLARE. 

«Se approvata, la finanziaria con un
emendamento simile offre alla criminalità organizzata un’opportunità
incredibile. Sono decisamente contraria», prosegue «a questa
proposta sia da un punto di vista umano che professionale, che come
magistrata mi vede da anni coinvolta in prima persona nel contrasto
alla criminalità organizzata nazionale e internazionale». 

Barbro Jonsson non solo è 
concittadina ma anche personale conoscente di Beatrice Ask, Ministro
della Giustizia di Svezia a cui fa capo questo semestre la presidenza
del Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea.  

«Conosco personalmente la Ministra e
farò tutto ciò che posso per portare all’attenzione della sig.ra
Ask il tema della confisca e del riutilizzo sociale dei beni mafiosi
a livello Europeo. In questo senso, l’esperienza italiana è un
patrimonio che va esteso a livello continentale».  

La coraggiosa magistrata svedese ha
avuto modo do confrontarsi con FLARE e con l’esperienza italiana
durante la campagna sociale europea “La stagione della legalità”
organizzata la scorsa primavera dal network FLARE, che ha portato il
tema del contrasto della criminalità organizzata in 24 paesi europei
ed extra-europei attraverso 33 eventi.  

Durante l’evento di Goteborg, in un
confronto con il presidente di Libera Luigi Ciotti e il presidente di
FLARE Michele Curto, Barbro Jonsson ha appreso i valori che stanno
alla base del modello del riutilizzo a scopo sociale dei beni
mafiosi. 

«Appoggio completamente il modello
italiano del riutilizzo sociale. Le mafie – ormai transnazionali –
vanno combattute con tutti gli strumenti possibili», conclude la
Jonsson. «Coinvolgere le comunità locali in questa lotta può
dimostrarsi decisivo, non solo dal punto di vista pratico ma
soprattutto da quello sociale e culturale». 

Barbro Jonsson subì un violento
attacco intimidatorio quando un ordigno esplose proprio sull’uscio
di casa sua.  

«I colpevoli di quell’attacco sono
stati presi, purtroppo non posso dire altrettanto per i mandanti.
Credo avessi intimorito qualcuno attraverso il mio lavoro. Oggi,
comunque, continuo a lavorare con la polizia e il dipartimento
preposto al contrasto alla criminalità organizzata».  

Intanto il network FLARE presidierà 
tutto il giorno l’ingresso del Consiglio dell’Unione Europea, per
dimostrare quanto sia fondamentale impegnare le istituzioni politiche
ed esecutive europee affinché includano il tema del riutilizzo
sociale nelle pratiche di contrasto alla criminalità organizzata
transnazionale. Oggi saranno lì, a giocare a “Confiscopolis” di
fronte all’ingresso e a puntare il dito verso il “salvadanaio
mafioso” dentro il quale andare a cercare parte della soluzione
alla recente crisi economica mondiale. 

*
www.flarenetwork.org

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