Commissione antimafia umbra: “no” alla vendita dei beni confiscati
Un “no” alla vendita dei beni confiscati arriva dalla Commissione
regionale antimafia umbra. In un ordine del giorno la Commissione
presieduta da Paolo Baiardini ha espresso il suo parere contrario
all’emendamento approvato in Senato che prevede la vendita dei beni
confiscati, se non destinati a fini sociali o istituzionali, entro tre
o sei mesi.
La Commissione invece chiede al contrario un potenziamento
dell’applicazione della legge 109/96 attraverso la predisposizione di
una disciplina organica della gestione dei beni confiscati e
l’istituzione di una Agenzia per i beni confiscati. Libera Umbria ha
portato avanti sul territorio la campagna di mobilitazione promossa in
tutta Italia per il ritiro dell’emendamento, raccolta firme e
informazione sui rischi connessi alla vendita dei beni confiscati ai
mafiosi.
Di diverso avviso dall’opposizione, il vicepresidente del
gruppo Pdl alla Camera, Pietro Laffranco che aggiunge “il rischio che
la criminalità organizzata torni in possesso di questi beni è una clamorosa stupidaggine. In Commissione antimafia a Roma, Maroni ha annunciato che l’emendamento alla Finanziaria non sarà ritirato ma saranno possibili solo modifiche. In tutta Italia giovani, associazioni e cittadini, protestano contro quella che Laffranco ritiene solo “una clamorosa stupidaggine”. Eppure anche dai banchi del Governo, in commissione antimafia Angela Napoli (Pdl) e Fabio Granata (Pdl) si sono detti contrari all’emendamento, dando ampie spiegazioni sui rischi concreti che la messa in vendita dei beni confiscati comporterebbe.
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