NEWS

‘A67:contrari alla vendita dei beni confiscati

Di Stefano Fantino il . Campania

Nella primavera del 2009 gli A67, gruppo musicale campano, scelsero proprio un bene confiscato alla Camorra per girare il video del loro singolo «Io non mi sento italiano». “Ci è sembrato doveroso girarlo nella masseria sequestrata a Michele Zaza a Castel Volturno – dichiarano gli A 67 – «profanare» con le telecamere, la musica e le parole le stalle dove si allevavano cavalli e le stanze di un appartamento che un tempo faceva invidia e paura  […] rompere quel silenzio e quel vuoto ci ha fatto un certo effetto”. Pochi giorni dopo l’approvazione dell’emendamento alla Finanziaria che prevede la vendita dei beni confiscati, in attesa del passaggio alla Camera, gli A67 confermano, con le parole di Daniel, il cantante,  il loro no all’ipotesi di vendere i beni confiscati alle mafie.

Cosa pensi dell’emendamento alla Finanziaria, che prevede la vendita di un bene confiscato, se non assegnato in 90 (più altri  eventuali 90) giorni

Credo che sia un durissimo colpo alla normativa che da quasi vent’anni consente di aggredire le ricchezze accumulate dalle mafie nel nostro Paese, e che da sola non basta: il problema dei beni confiscati ma non riutilizzati si ripropone costantemente figuriamoci se li mettiamo in vendita. È recente la notizia che la villa confiscata dal 2005 al boss latitante del clan dei casalesi Antonio Iovine, nonostante la confisca, è stata concessa in affitto dalla madre del boss, sfruttando l’inerzia dell’amministratore giudiziario dell’immobile; e una casa della famiglia Schiavone, a Casal di Principe, nonostante la confisca del 2002, è ancora abitata dai parenti del boss. Con questo emendamento, per la mafia sarà ancora più facile riappropriarsene e questo è a dir poco vergognoso. 

L’emendamento della maggioranza è giustificato dal Governo dal fatto che permetterebbe di destinare nuove risorse alla giustizia ed alla sicurezza. Pensi sia giusto trovarli in questo modo?  

Assolutamente no, credo che se le cose le si volessero fare davvero allora si inizierebbe a tagliare sui tanti privilegi della nostra classe politica, così come si inizierebbe a cacciare fuori dal nostro parlamento i 20 condannati in via definitiva. Ma purtroppo leggi come il lodo Alfano e altre infinite contraddizioni di questa democrazia che ha davvero poco di democratico mi lasciano pensare che forse le cose non le si vuole cambiare. 

In questo modo la legge 109 è come morta, che ne pensi?

Credo sia fin troppo scontato che nella misura in cui dovesse passare un tale emendamento la legge 109, per l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, non avrebbe più senso di esistere; legge che tra l’altro come ci ha ricordato Don Luigi Ciotti è stata richiesta, 13 anni fa, da oltre un milione di cittadini e approvata da tutte le forze politiche all’unanimità. 

Che valore ha un bene confiscato e restituito alla collettività?

Penso che abbia un valore simbolico enorme nella misura in cui ci fa capire che esiste ancora una giustizia e che ciò che ci è stato strappato col terrore e col sangue  può ritornare ad essere una “cosa nostra”.  

Voi, come ‘A67 avete girato un video in un bene confiscato, che sensazioni avevi lì dentro? 

Quando con gli ’A67 abbiamo pensato di girare il video del nuovo singolo «Io non mi sento italiano» — canzone manifesto di Giorgio Gaber che a nostro parere rappresenta appieno lo sfacelo di «…una democrazia che a farle i complimenti ci vuole fantasia…», specie in questo periodo in cui soffia uno strano vento antidemocratico e xenofobo — ci è sembrato doveroso girarlo nella masseria sequestrata a Michele Zaza a Castel Volturno. Il videoclip girato da Luigi Pingitore e prodotto da Media Digitali, è stato realizzato a sostegno di Libera: le royalties del singolo, che è distribuito da Edel in download digitale, andranno alle cooperative sociali di «Libera Terra ». È stato strano «profanare» con le telecamere, la musica e le parole le stalle dove si allevavano cavalli e le stanze di un appartamento che un tempo faceva invidia e paura. Rompere quel silenzio e quel vuoto ci ha fatto un certo effetto. Sembrava quasi che quelle mura e quei rivestimenti di arredo anni ’70, di una ormai fatiscente struttura, volessero dirci che non avevano scelto loro di stare lì. 

Venite da Napoli, pensate che questo, quello del riuso sociale, sia stato utile negli anni e possa svilupparsi come metodo per creare comunità alternativa alla camorra?

Assolutamente si, altrimenti non avremmo scelto un bene confiscato per girare il nostro ultimo videoclip. Questi luoghi possono e devono diventare il simbolo del riscatto di queste terre violentate, avvelenate e insanguinate dalla criminalità organizzata. 

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link