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Processo breve, Grasso: serve a evitare le condanne

Da reuters il . Dai territori

Secondo il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, il ddl sul processo breve – una figura “inedita e sconosciuta” – serve per evitare le condanne.  “Si è proposto di intervenire con una figura inedita e sconosciuta di prescrizione dei processi che durano più di due anni per arrivare al giudizio, che include delitti di indubbio allarme sociale come la concussione, la corruzione e la truffa aggravata”, ha detto Grasso intervenendo al vertice nazionale antimafia organizzato dalla fondazione Caponnetto a Campi Bisenzio, nel Fiorentino.  Il riferimento era al contestato ddl presentato al Senato dal centrodestra.  “Tralasciando i problemi di costituzionalità, è sospetta l’esclusione degli immigrati”, perché se si dice “che gli immigrati si vogliono far condannare, allora si dice che la legge nasce per sfuggire alla condanna, vuol dire che questo disegno di legge serve per evitare le condanne”, ha denunciato Grasso.  Il ddl che impone di terminare i processi di primo grado in due anni dalla richiesta di rinvio a giudizio del pm e, considerando tutti i gradi di giudizio, in sei anni.  Sia pure con alcune eccezioni sui reati, la tagliola si applicherebbe ai processi in corso di primo grado, compresi i due che vedono imputato il premier Silvio Berlusconi davanti al tribunale di Milano e che pertanto finirebbero prima della sentenza.  Il disegno di legge ha provocato le critiche dell’Anm, dell’opposizione e anche di alcuni esponenti della maggioranza, dopo che un gruppo di deputati vicini al presidente della Camera Gianfranco Fini ha criticato l’inclusione dell’immigrazione clandestina tra i reati per cui non valgono i processi brevi.  Il procuratore ha poi argomentato che, anche se i reati di mafia e terrorismo sono esclusi dal ddl, siccome “le forze sono quelle che sono… i magistrati tenteranno di fare prima i processi che scadono, e quindi i processi di mafia resteranno ad aspettare”.  Riguardo poi alla decisione di mettere in vendita i beni confiscati ai mafiosi, Grasso ha commentato che “data la crisi attuale solo le organizzazioni mafiose hanno la liquidità sufficiente per partecipare alle aste pubbliche, e grazie anche al suo potere intimidatorio la mafia farà andare deserte le aste e farà comprare i beni a suoi prestanome”.

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