Ciancimino, i pizzini di Provenzano e il caso Maiorana
La scomparsa degli imprenditori Maiorana e i ‘pizzini’ di Provenzano. Massimo Ciancimino questa mattina e’ tornato negli uffici della procura di Palermo dopo essere gia’ stato sentito ieri dai pm del capoluogo siciliano e di Caltanissetta. Tra le carte consegnate ci sarebbero anche alcuni bigliettini che il boss Bernardo Provenzano avrebbe inviati al padre del “supertestimone”, l’ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino. I biglietti sono di poche righe, scritti a macchina, con la classica formula seguita da Provenzano per i saluti rivolti all”Ingegnere”, il nome con cui Ciancimino padre veniva spesso chiamato. I pizzini, secondo quanto si e’ appreso, si riferirebbero a richieste di appuntamento e a incontri tra il politico mafioso e il boss corleonese. Ciancimino ha anche detto di avere ascoltato le bobine che, secondo le sue iniziali tesi, avrebbero potuto contenere le registrazioni dei colloqui tra il padre e i carabinieri che, come il vicecomandante dei Ros Mario Mori e il capitano Giuseppe De Donno, avrebbero condotto la cosiddetta trattativa tra Stato e Mafia nel periodo delle stragi del ’92.
“In realta’ – ha spiegato Ciancimino ai magistrati – quelle cassette non contengono cio’ che mi aspettavo. Comunque ho consegnato tutto il contenuto della cassetta di sicurezza in cui custodivo alcuni documenti di mio padre”. Il riferimento e’ alla banca di Vaduz, in Liechtenstein, in cui, tra le altre cose era tenuto anche il cosiddetto papello. Ma Ciancimino jr ha riferito ai pm Gaetano Paci e Francesco Del Bene anche in merito alla scomparsa degli imprenditori Antonio e Stefano Maiorana, padre e figlio. Antonio si era incontrato con il figlio dell’ex sindaco circa due mesi prima della scomparsa, nel giugno 2007, e aveva manifestato alcune preoccupazioni; gli aveva chiesto di intercedere presso i mafiosi perche’ temeva per la sua vita. Ciancimino ha spiegato anche i rapporti esistenti legati alla societa’ Coreca 2000, una cooperativa edilizia in cui in passato avevano avuto interessi Vito Ciancimino e l’imprenditore Francesco Paolo Alamia, socio di fatto di don Vito in altre societa’ negli anni ’70 e ’80.
Alamia era molto vicino a Maiorana.
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