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Da Fondi parte l’appello dell’Agesci

Da Agesci il . Lazio

Durante l’incontro pubblico “Parole&mafie” lo scorso 11 novembre i ragazzi dell’Agesci della Zona Pontina e Riviera d’Ulisse leggono un appello che Libera Informazione ha deciso di rilanciare. Esprimiamo preoccupazione per il dilagare di una cultura
dell’illegalità che ormai ci coinvolge  – scrivono dall’Agesci  –  nel compimento dei nostri
rapporti quotidiani con le Istituzioni, quando qualsiasi servizio di
cui noi cittadini abbiamo bisogno deve passare per la “raccomandazione”
di qualcuno, ed ogni diritto civile diviene nel sentire comune la
necessità di un favore”. A seguire il testo integrale.

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L’AGESCI (Associazione Guide E Scout Cattolici Italiani) è una
associazione che persegue l’obiettivo di contribuire all’educazione
delle ragazze e dei ragazzi fra gli 8 e i 21 anni.

L’AGESCI conta in Italia circa 200 mila soci.

L’AGESCI Zona Pontina e Riviera d’Ulisse  raggruppano i soci di tutti i Gruppi presenti nella provincia di Latina e nel Comuni di Anzio e Nettuno. L’AGESCI nella provincia di Latina conta circa 1.800 soci. 

I Consigli di Zona, organismi che raggruppano i responsabili degli adulti educatori dell’AGESCI della Provincia di Latina, esprimono una gravissima preoccupazione per i fatti di cui si legge sui giornali locali e nazionali e si vede ed ascolta dagli organi radiotelevisivi di informazione in merito al progressivo radicamento di clan mafiosi nelle attività economiche (edilizia, appalti pubblici, ecc.) della provincia e alle conseguenze che tale fenomeno ha e avrà sul futuro del nostro territorio e, quindi, dei nostri giovani. Gli ultimi eventi di queste settimane e di questi ultimi giorni purtroppo rafforzano ulteriormente queste notizie ed informazioni angoscianti e preoccupanti.Quando la parola passa alle intimidazioni, agli attentati, alle ritorsioni e tutto sembra tacere e viene minimizzato da parte delle Istituzioni responsabili temiamo possa avvicinarsi un periodo di sonno della ragione e della giustizia. 

Ancora di più  esprimiamo preoccupazione per il dilagare di una cultura dell’illegalità che ormai ci coinvolge nel compimento dei nostri rapporti quotidiani con le Istituzioni, quando qualsiasi servizio di cui noi cittadini abbiamo bisogno deve passare per la “raccomandazione” di qualcuno, ed ogni diritto civile diviene nel sentire comune la necessità di un favore.

Come educatori e come Cristiani non possiamo accettare passivamente questo radicamento della cultura della illegalità e della passiva accettazione collettiva della sua presenza nella nostra vita quotidiana, negazione violenta del messaggio di speranza e di un futuro migliore e civilmente partecipato, che portiamo quotidianamente nella nostra attività educativa con i ragazzi 

Abbiamo già  espresso, come educatori Scout, questi concetti nel documento del novembre 2006 in occasione della Carovana Antimafia organizzata con LIBERA (associazione di lotta alle mafie cui l’AGESCI aderisce a livello sia nazionale che locale) alla presenza del suo presidente don Luigi Ciotti, nel novembre 2007 quando abbiamo espresso preoccupazioni in merito al funzionamento delle aziende di gestione dell’acqua e dei rifiuti e attraverso tutte le nostre attività e progetti di promozione della cultura della legalità nella nostra associazione e nelle Scuole. 

Siamo preoccupati ed addolorati della decisione del Consiglio dei Ministri di non essere intervenuto in merito allo scioglimento del Consiglio Comunale di Fondi, in quanto rappresenta una mancanza di separazione fra il dovere di contrastare il fenomeno mafioso con convinzione, e gli interessi di parte, e non possiamo interessarci di quale partito stiamo parlando nello specifico.

La Storia recente e meno recente del nostro Paese dimostra inequivocabilmente come ogni volta che il fenomeno della infiltrazione criminale nel tessuto civile, economico e politico-istituzionale sia stato anche solo sottovalutato e più meschinamente non evidenziato per interessi di parte, la devastazione del tessuto civile e del comune sentire e la qualità della vita siano state evidenti e la speranza di futuro sia stata negata. 

Siamo ancora più sconcertati che per questi interessi di parte venga attaccato il Prefetto di Latina, dott Bruno Frattasi, al quale dobbiamo il nostro più grande ringraziamento per il lavoro svolto a tutti i livelli (antimafia, sicurezza, solidarietà, ecc.) nella nostra Città e nella nostra Provincia, lavoro che lo espone personalmente a possibili ritorsioni, ora ed in futuro e che, quindi, necessita di tutta la nostra solidarietà e attenzione.

Parimenti esprimiamo la nostra piena totale e forte solidarietà ad un sacerdote, Padre Michele Pertini, che oggi opera nel quartiere Zen a Palermo e che  è stato  Assistente Ecclesiastico della Zona Pontina e ci ha sempre testimoniato con chiarezza e semplicità la parola del Signore ed oggi è oggetto di intimidazioni ed aggressioni in quello che fu il quartiere dell’apostolato e del martirio di Don Pino Puglisi. 

Ribadiamo la nostra disponibilità al confronto con tutte le forze sociali, politiche, economiche, e con tutte le associazioni, perché si manifesti una attenzione a questi temi rispetto ai quali nessuno si può dire estraneo e di cui paghiamo anche nella mancata valorizzazione delle occasioni di sviluppo e pagheremo tutti le conseguenze. Già oggi molti giovani sono costretti a trovare il proprio futuro fuori Latina e provincia, e molti dei nostri ragazzi non riescono a vedere il loro futuro qui e si “sognano” altrove, con la preoccupante progressiva spoliazione del nostro patrimonio professionale e culturale. 

Ribadiamo anche il nostro impegno a continuare questo lavoro di sensibilizzazione nei nostri gruppi con lo scopo di formare una capacità critica basata sulla conoscenza della realtà e a partecipare attivamente al lavoro svolto da LIBERA

Infine, visto l’argomento trattato, non possiamo non esprimere angoscia e fortissima preoccupazione, come agenti di un processo educativo, nel ricordare un articolo di Roberto Saviano che denuncia l’incredibile tentativo di delegittimare don Beppe Diana, sacerdote e scout di Casal di Principe, ammazzato 15 anni fa dalla camorra per il suo impegno antimafia, da parte di un alto rappresentante politico nazionale che, ancora oggi, tenta di dare moventi diversi del suo assassinio nonostante sia stato definito il giudizio dei Tribunali in tutti i gradi di giudizio, procedimenti nei quali l’AGESCI si è costituita parte civile. 

Latina 24 Ottobre 2009

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