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Camorra: azzerato clan, ragazzini emissari del racket

Fonte: Ansa* il . Campania

C’erano anche due ragazzini di 12 e 13 anni tra gli emissari del
clan Birra-Iacomino di Ercolano (Napoli) azzerato da sei provvedimenti
di fermo della Dda. Evasori scolastici, entrambi vicini a famiglie del
clan, erano utilizzati come ‘portavoce’ dai capi più esperti per le
richieste estorsive ai commercianti.

Le indagini hanno permesso di appurare che i due – ma il numero dei
minori di 14 anni potrebbe essere più esteso – formulavano richieste di
denaro o di beni ai commercianti del territorio. Venivano mandati nei
negozi delle vittime e pronunciavano messaggi in codice del tipo “Ciro
ti manda a chiamare, vieni per quel fatto lì”, oppure “Sono pronti quei
due computer?” frase rivolta a un negoziante di materiale elettronico
che doveva pagare in merce la sua quota.

Al taglieggiato veniva dato
appuntamento in via Cuparella, la roccaforte del clan Birra per
assolvere all’incombenza o al pagamento della tangente in una prima
rata quantificabile in 5mila euro, con successive scadenze mensili di
300 euro. Un fenomeno nuovo, inquietante, l’impiego di minori non
imputabili che da circa due mesi ha fatto la sua comparsa a Ercolano ed
è frutto di una camorra che gioca la sua partita a scacchi con lo Stato
affinando le modalità di impiego della manodopera.

“L’utilizzo di
minori come emissari del clan per formulare minacce alle vittime delle
estorsioni è un fatto molto grave e inquietante al quale si dovrà porre
un argine”, ha commentato il procuratore della Repubblica di Napoli,
Giovandomenico Lepore. “Questo fatto sta a significare che la soglia di
età della delinquenza si sta abbassando notevolmente”.

Di novità parla
anche Tano Grasso, il presidente della Federazione Antiracket Italiana:
“Una organizzazione criminale che manda i bambini in giro a chiedere il
pizzo è alla frutta, è debole”. Il ‘gruppo di fuoco’ composto da
elementi apicali del clan dovrà rispondere di associazione per
delinquere di stampo camorristico, di due estorsioni (una consumata,
l’altra tentata) in danno di commercianti del luogo, dell’attentato
dinamitardo a danno di un panificio nella notte del 10 novembre
nell’area mercatale, di detenzione e porto illegale di armi da fuoco
utilizzate per intimidire le vittime prescelte; tutti reati aggravati
dal metodo mafioso. Il lavoro del clan è stato smantellato attraverso
attività di intelligence e grazie alla collaborazione delle vittime. Ma
la strada da percorrere per debellare il racket che tiene sotto la
scure piccoli imprenditori e commercianti è ancora in salita.
Sull’episodio il sindaco Nino Daniele: “Siamo ad un passo dal liberare
Ercolano dalla camorra”.

E intanto stamane si è svolta in città la
“passeggiata antiracket” promossa dall’associazione contro il pizzo
fondata da un’imprenditrice che denunciò i suoi estorsori: un
appuntamento in programma da tempo, ma che dopo la notizia dei sei
arresti ha assunto un significato ancora maggiore.

*di Claudia Clemente

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