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Cosentino, richiesta di misura cautelare inviata alla Camera

Di redazione il . Campania, Lazio

Nicola Cosentino, esponente del governo, sottosegretario all’Economia, più volte citato da diversi pentiti come amico o addirittura organico al clan dei Casalesi, torna alla ribalta della cronaca. Il Parlamento si vedrebbe notificata  autorizzazione per l’esecuzione di una misura cautelare nei confronti dell’esponente politico campano, accusato di associazione mafiosa di stampo camorristico. Cosentino risulta indagato per presunti contatti con il clan dei Casalesi nell’ambito di un procedimento scaturito dalle rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia. La misura cautelare sarebbe stata emessa dal gip Piccirillo, su richiesta dei pm Milita e Narducci.

Non è stato certo un fulmine a ciel
sereno quello che rischia di mandare in frantumi la carriere politica
del sottosegretario all’economia Nicola Cosentino. La richiesta di
arresto arrivata alla giunta per le autorizzazioni della Camera è
stata annunciata da un lungo tam tam mediatico. Ma non solo. Già nel
gennaio del 2001 il nome dell’onorevole era stato pronunciato in
un’aula di tribunale. Si celebrava il processo Spartacus contro i
casalesi e il pentito Franco Di Bona spiegò: «In occasione delle
elezioni regionali (del 1995 ndr) Walter Schiavone ci spiegò che
dovevamo sponsorizzare un certo Cosentino Nicola e un certo Mario
Natale, se non vado errato».

L’anno successivo Carmine Schiavone,
il cugino di Francesco detto Sandokan, più dettagliatamente
riferendosi alle elezioni provinciali, dove l’attuale
sottosegretario era candidato con la lista socialdemocratica, spiega:
«appoggiai Cosentino e lo feci votare». E ancora: «Appoggiai
Cosentino, la quale madre era una Schiavone, insomma era amico mio,
veniva da me già da anni a lamentarsi. “Ma insomma, perché non
dovete votare pure a me?».

Ma il colpo più grave è arrivato lo
scorso anno dal manager dei rifiuti, il pentito Gaetano Vassallo che
ha spiegato tutt i i meccanismi che hanno portato alla creazione
della Eco 4 la società mista pubblico privato di smaltimento dei
rifiuti. La Eco 4 faceva capo ai fratelli Orsi, Michele Orsi è stato
ucciso il primo giugno quando aveva cominciato a parlare con i
magistrati che indagavano sul consorzio. E Vassallo spiega: «La
società Eco 4 era controllata dall’onorevole Cosentino e anche
l’onorevole Mario Landolfi vi aveva svariati interessi. Presenziai
personalmente alla consegna di 50 mila euro in contanti da parte di
Sergio Orsi a Cosentino, incontro avvenuto in casa di quest’ultimo
a Casal di Principe. Ricordo che Cosentino ebbe la somma in una busta
gialla e Sergio mi informò del suo contenuto. Astrattamente era come
se quei soldi provenissero anche da me, tanto che approfittai di quel
momento per chiedere un favore a Cosentino nell’interesse di mio
fratello, all’epoca impiegato nella Geoeco una società mista analoga
a Eco4 che però operava nell’ambito del consorzio Ce2».

Le ultime novità, che sono contenute
nell’ordinanza allegata alla richiesta di arresto, dovrebbero
arrivare dalle confessioni dell’ultimo pentito, Luigi Guida, ‘o
drink, un boss proveniente dalla Sanità (è stato coinvolto
nell’assassinio di un bimbo di due anni, Nunzio Pandolfi), ma
strettam ente legato a Francesco Bidognetti, il camorrista che forse
più di tutti ha trafficato in rifiuti.

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