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Premio Borsellino, contraddizioni e polemiche

Luca Pantaleo il . Abruzzo

 Quella dei premi e delle celebrazioni consacrate ai grandi personaggi dell’antimafia italiana è una vecchia storia, che non manca di suscitare polemiche e reazioni contraddittorie. La vicenda del “Premio nazionale Paolo Borsellino”, organizzato dall’associazione culturale teramana di Leo Nodari, ne rappresenta in qualche modo il paradigma. Che l’edizione 2009 del premio fosse destinata a fare scalpore lo si era capito subito dopo la pubblicazione del programma: tra le altre cose, l’europarlamentare Clemente Mastella avrebbe dovuto presentare il suo libro “Non sarò clemente”. Presentazione disdetta tra le polemiche, con il popolo delle “agende rosse” (il movimento che richiama l’agenda rossa di Borsellino) che si annunciava pronto a manifestare tutto il proprio disappunto.

Ma le contestazioni delle associazioni non si sono limitate al politico di Ceppaloni. Al contrario, com’era prevedibile, anche l’intervento di Maurizio Gasparri ha innescato reazioni a catena, a cominciare da Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, che ha rilasciato dichiarazioni durissime nei confronti degli organizzatori del “Premio Borsellino” per le loro scelte discutibili. Salvatore Borsellino ha incentrato il senso delle proprie affermazioni sulla contraddizione patente di chi pretende di onorare la memoria di Paolo, ma nella propria attività politica ed istituzionale si distingue per gli attacchi sferrati a quei magistrati che, proprio come Borsellino, hanno dedicato la loro vita professionale alla ricerca della verità e della giustizia anche a costo di essere ostracizzati e delegittimati continuamente.

Alcune associazioni locali hanno quindi organizzato una manifestazione davanti al palazzo della Provincia di Pescara, sede odierna del “Premio Borsellino”. Un discreto dispiegamento di forze dell’ordine ha bloccato i manifestanti all’esterno, ma non è riuscito ad impedire talune degenerazioni. A quanto pare, sembra che un facinoroso sia riuscito ad intrufolarsi passando dall’ingresso sul retro ed abbia malmenato Leo Nodari, urlandogli frasi ingiuriose (“servo dei fascisti”).

La tensione ha raggiunto livelli altissimi anche quando, all’uscita dai locali provinciali, una manifestante ha consegnato a Gasparri un foglio contenente dieci domande scritte da Salvatore Borsellino. Il senatore del Pdl ha ringraziato, aggiungendo che non le avrebbe lette. Non è mancata una stoccata a Salvatore Borsellino: “era disistimato da suo fratello Paolo”, ha concluso Gasparri.

Insomma, quello visto oggi al “Premio Borsellino” è stato uno spettacolo mortificante, certamente non degno di colui cui è intitolata la manifestazione. Ancora una volta, gli avvenimenti di oggi sollevano numerosi dubbi sulla opportunità di certe manifestazioni celebrative e sulle possibili strumentalizzazioni che da esse possono derivare. È evidente che una profonda riflessione si impone su questo punto. Peraltro, navigando nel sito del “Premio Borsellino” abbiamo scovato numerosi riferimenti a Libera, con intere pagine dedicate alla sua attività e alla sua storia. L’impressione che gli organizzatori abbiano cercato di creare (si spera in buona fede) un collegamento tra la manifestazione e la più importante associazione antimafia è forte. Tant’è che la reazione non si è fatta attendere, dato che il coordinamento di Libera a Pescara ne ha immediatamente chiesto la rimozione, onde evitare equivoci. In fondo, anche questa è una storia vecchia: l’immagine di Libera è una garanzia. Poco importa che essa c’entri o meno.

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