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Camorra:Pasquale Russo tradito da una telefonata

Fonte: Agi il . Campania

E’ stata una frase, detta in un
momento sotto pressione durante una conversazione telefonica
tra persone gia’ intercettate nell’ambito delle indagini sulla
latitanza dei boss dell’agro nolano, a portare gli
investigatori dritti al covo irpino di Pasquale Russo, 62 anni,
latitante da sedici, erede spirituale di Carmne Alfieri e
referente di Cosa Nostra in Campania.

 L’arresto, ieri, del
fratello Salvatore ha suscitato un’onda di emozioni e reazioni
all’interno dei vertici del clan, ed anche il fatto che il
genero di questi, Giovanni Sirignano, 29 anni, fosse finito in
manette ha provocato una serie di colloqui tra persone vicine
al superlatitante che hanno permesso di individuarne il
nascondiglio. Pasquale Russo e’ stato arrestato alle 2 di
questa mattina, insieme al fratello Carmine, in un casolare
alle spalle dell’abitazione di un panettiere incensurato,
Antonio De Sapio, 53 anni, finito in manette per
favoreggiamento.

I due fratelli dormivano in due stanze
separate, e sul comodino accanto al letto di Pasquale c’era il
libro di un giornalista napoletano, Gigi Di Fiore, “La
Camorra”. Ma anche una pistola Beretta calibro 9×21 e due
caricatori, nonche’ tecnologie avanzate come un rilevatore Gps
di microspia, scanner di ultima generazione per intercettare le
conversazioni telefoniche dell’ordine, ed anche una parrucca e
due walkie talkie. Anche a marzo 2008, ricorda il Pm Silvana Di
Monte, il covo scoperto dalle forze dell’ordine era in un
panificio a Saviano.

Il clan Russo, di cui Pasquale e’
indiscusso capo storico, e’ l’unico del napoletano, oltre
quello dei Casalesi, a possedere un organizzazione strutturata
verticistica come quella della mafia siciliana, e, soprattutto
ad aver creato una vera holding di imprese che riciclano
costantemente e fruttuosamente i proventi delle attivita’
illecite. Inoltre a legami storici, oltre che con i corleonesi
anche con i Moccia, egemoni ad Afragola, i Fabbrocino a San
Giuseppe Vesuviano, i Cesarano a Pompei, ed evidentemente anche
con quelli irpini, dato che gli uomini del colonnello dell’arma
Fabio Cagnazzo hanno trovato Pasquale Russo a Sperone. Il boss
deve scontare numerosi ergastoli per associazione a delinquere
di stampo mafioso, omicidi, estorsioni ed altro, mentre suo
fratello Carmine pende un ordinanza di custodia cautelare per
associazione a delinquere di stampo mafioso. I carabinieri,
dopo essere stati certi che in quel casolare lo avrebbero
trovato, sono arrivati scendendo dal cavalcavia dell’autostrada
Napoli-Bari e hanno circondato l’edificio.

“Due operazioni
magistrali – commenta il capo della procura partenopea
Giovandomenico Lepore, alludendo alla cattura ieri di Salvatore
Russo – che dimostrano come i boss preferiscano vivere come
talpe sul territorio perche’ godono di un’omerta’ fatta spero
di terrore piu’ che di solidarieta’”. “I Russo tengono sotto
controllo il territorio con modalita’ mafiose”, chiosa il
generale Franco Mottola, comandante regionale dell’arma.



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