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Cepeda,la Colombia che resiste

Di Stefano Fantino il . Internazionale, Interviste e persone

Durante la sua partecipazione a Contromafie, Libera Informazione ha intervistato Iván Cepeda, giornalista e attivista colombiano, ospite di Libera. Iván Cepeda Castro è il figlio di Manuel Cepeda, il senatore dell’Unidad Patriótica ucciso il 9 agosto 1994 dalle Forze Militari di Stato in combutta con i paramilitari delle Autodefensas Unidas de Colombia (Auc). Con lui una breve discussione su narcotraffico, globalizzazione e diritti umani, alla luce della esperienza degli stati generali indetti da Libera.

Buongiorno Ivan, cosa pensi dell’iniziativa Contromafie, cui hai recentemente partecipato?

È stata una manifestazione che ha mostrato un movimento cittadino di tipo partecipativo, molto dinamico e soprattutto con proposte concrete per fare un balzo in avanti sul terreno della giustizia, della legalità democratica e della solidarietà. Libera è diventata un’alternativa di potere civico contro le mafie e la corruzione.

Questa tre giorni nazionale lo dimostra. Credi che l’iniziativa di Contromafie sia un passo significativo anche per diffondere informazioni sulla Colombia?

Penso che sia una iniziativa molto significativa per la società italiana, e allo stesso tempo carico di esperienze e insegnamenti validi per altri movimenti, sia in Europa, sia in America Latina. Un movimento che si espande e si globalizza creando possibilità di reti internazionali contro le mafie, la corruzione e la criminalità.

Come spiegare che il narcotraffico è un problema che interessa anche noi europei?

È indubbio che l’Europa è diventato uno dei più grandi mercati del narcotraffico, però è altresì uno spazio finanziario di riciclaggio di denaro e accumolo di proventi illeciti. Da questa prospettiva bisogna analizzare quali sono le vie e le soluzioni a questo fenomeno che è globale. Su queste strada si sta muovendo Libera.

E sulla politica estera in tema di droghe di alcuni stati?

Per la prima volta gli Stati Uniti si sono dichiarati coresponsabili nel problema del narcotraffico, in Messico.

Pensi sia così anche per la Colombia o ci sarà una risposta politica solo repressiva e non preventiva?

Sfortunatamente il contenuto essenziale della politica degli Stati Uniti continua a essere militare e interventista. In Colombia una dimostrazione di ciò è l’installazione di una base militare. Speriamo che gli annunci dell’amministrazione Obama di una svolta in questo tipo di azioni diventino presto una realtà.

Senza contare che i dati sul narcotraffico e la lotta ai narcos è spesso falsata, come mostra uno studio di Libera a cura di Sandro Donati?

Senza dubbio. Per questo penso che sia necessario un osservatorio indipendente sul narcotraffico; è necessario che ci sia pluralità di fonti di informazione che permettano di avere una visione reale sullo sviluppo dei traffici illeciti.

Al giorno d’oggi che contatti ci sono tra narcos e paramilitari in Colombia?

Si tratta di un modello economico di accumulazione di ricchezza tramite l’usurpazione violenta della terra, il controllo del territorio e il potere politico, un vero e proprio esercizio criminal di accumulazione capitalista.

Dopo l’estradizione di Mancuso qua è l’attuale situazione, in particolare quella delle Auc?

I gruppi paramilitari sono stati uno strumento criminale molto potente di settori politici ed economici in Colombia, così come delle multinazionali.

Molti dei suoi luogotenenti stanno ora fuori dal gioco, ma sono stati rimpiazzati da altri uomini e da altre strutture armate. Strumento di collegamento anche con la ‘ndrangheta italiana?

Questo è difficile determinarlo esattamente, ma è molto probabile che esistano vincoli tra organizzazioni paramilatari e clan mafiosi italiani

Quali invece le connessioni con la politica?

Questo è certo. Dimostrato da sentenze emesse dai tribunali e basati su informazioni provate dalla legge. I paramilitari sono stati un vero strumento criminali nelle mani nel potere economico e politico.

Il tuo impegno per la causa delle vittime di crimine di stato come è intrecciata con la lotta alla mafia, in che modo lavorate?

Il nostro impegno è con tutte le forze che nel mondo lottano e propendono per la pace, la democrazia e la giustizia. In questo senso vediamo Libera come una organizzazzione sorella e come una naturale alleata.

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