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Le mafie al tempo della crisi economica e finanziaria

Di Umberto di Maggio il . Atti e documenti

Tante le problematiche, le idee progettuali, le proposte operative a contrasto dei nuovi traffici delle criminalità organizzate globali emerse dal forum sull’economia sommersa ed il riciclaggio.

La giornata di lavoro, organizzata da Libera presso la sede del Comune di Roma alla Sala del Carroccio in occasione della seconda edizione di Contromafie – Stati Generali dell’Antimafia ha visto il costante confronto tra docenti universitari, membri di associazioni, giornalisti, rappresentanti del terzo settore e del privato sociale.

Le riflessioni iniziali hanno evidenziato come, purtroppo, sia sempre più accattivante, per molti operatori economici, all’interno dell’attuale società globalizzata, fare riferimento a processi illegali (e non più semplicemente mafiosi) che consentono una crescente accumulazione della ricchezza ed un sempre più strisciante aumento delle relazioni criminali. Facendo riferimento ai processi culturali di sopportazione del malcostume della corruzione, come è stato sottolineato da più parti, è una tacita accettazione delle prassi criminali ed una corsa collettiva verso il degrado delle relazioni umane.

Oggi, come è emerso da più interventi, l’imprenditore mafioso, che è riuscito a far propri i processi shumpeteriani di innovazione, decide di far proprie le procedure d’accumulazione illecita sporcando così buona parte dei capitali a sua disposizione, contaminando a sua volta il resto del mercato “pulito”.

Ciò ha inevitabilmente condotto, all’interno dei nostri sistemi sociali di welfare, alla costituzione di un “socialismo rovesciato” che sbilancia, paradossalmente, verso le classi più abbienti i privilegi ed i benefici aggravando di contro  le condizioni di vita quelle in difficoltà che, invece, necessiterebbero, di interventi a proprio sostegno. Ecco perchè, a gran voce, è emersa la necessità di stimolare l’implementazione di un nuovo sistema delle relazioni economiche globali che non sia più meramente legislativo e normativo (come il più volte citato Trattato di Palermo del 2000), quanto piuttosto regolatorio delle competitività delle produzioni all’insegna della legalità e della responsabilità imprenditoriale.

Inoltre è emersa la necessità di spostare l’asse concettuale che considera le relazioni di mercato da logiche meramente commerciali a logiche di tipo relazionale. Qui è stato richiamato l’art. 3 e 32 della Costituzione Italiana e la nuova Enciclica papale che scommette sulla persona, sulla cittadinanza e sui diritti umani.

Per finire si è palesata la necessità di una forte risposta globale all’attuale crisi finanziaria mondiale che, a detta dei relatori presenti, è probabilmente causata anche da una presunta sempre crescente ed illusoria domanda del mercato come strumento regolatorio dei processi di produzione e commercializzazione.

 Interessante è stata la riflessione volta a sfiduciare il recente provvedimento del Governo teso ad introdurre lo “Scudo fiscale” per far ritornare in Italia i capitali illeciti accumulati all’estero. Insieme a questa riflessione, l’assemblea operativa del forum ha lanciato un appello alla responsabilità nei confronti degli istituti bancari nazionali per non commistionare più le proprie attività finanziarie con quelle di probabile riciclaggio dei capitali illeciti. 

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