Droga, armi, tratta degli esseri umani: i business delle mafie transnazionali
Droga, armi e tratta degli esseri umani. Con la globalizzazione abbiamo assistito ad un’esplosione dei traffici criminali internazionali, realtà interconnesse, in cui l’offerta e la domanda sono le facce di una stessa medaglia. Questo il tema affrontato dal gruppo di lavoro sui buisness delle mafie transnazionali.Per capire la mafia da una prospettiva globale, il 15 giugno 2007, nell’aula del Parlamento Europeo, Libera ha sancito la nascita di Flare, Freedom, Legality and Rights in Europe. Flare è un network di associazioni e piccoli e grandi gruppi europei e della zona euro editerranea che si prefiggono di studiare le mafie internazionali e attuare una pressione dei singoli governi e dell’Unione Europea nel contrasto alla criminalità organizzata.
“Flare nasce per esportare in Europa l’impegno di Libera nella confisca e nel riutilizzo dei beni confiscati alla mafia – spiega Michele Curto, presidente di Flare – ci siamo resi conto che la legge 109/96 non esisteva in alcun paese Europeo. In tre anni abbiamo già raggiunto risultati notevoli: a luglio scorso il Parlamento tedesco ha approvato la legge che facilita la confisca dei beni mafiosi in Germania e la norma è attualmente in discussione al Parlamento Europeo”.Ma quella di Flare è anche una sfida culturale: ci sono paesi dove si pensa che le mafie non esistano o vengono identificate con la realtà edulcorata della “pizzeria di Don Vito Corleone” semplicemente perchè non c’è una normativa europea che contempli determinati reati, mentre esiste una connessione sotteranea tra i gruppi criminali dei vari paesi.La mafia invece condiziona tutti i cittadini del mondo: le attività criminali rappresentano il 15% dell’economia globale e, come risulta dalle testimonianze dei relatori, le istituzioni internazionali sono poco impegnate nel loro contrasto.
“Secondo i dati dell’ONU – racconta Sandro Donati, maestro dello sport- nel 1986 l’ Afganistan produceva 350 tonnellate di oppio, scese a 185 nel 2000 per merito di un progetto locale e salite a 8.200 nel 2007 con la presenza degli USA”. L’azione “pacificatrice” degli USA in Afganistan non ha, dunque, sortito alcun effetto nella diminuzione della produzione di oppio.Donati ha poi calcolato la quantità di cocaina prodotta in Colombia sulla base della somma dei singoli carichi sequestrati nel paese dimostrando che il traffico è aumentato negli ultimi anni, contrariamente a quanto espresso dall’ONU nei dati “taroccati” che dimostrerebbero presunta diminuizione della produzione. L’ONU, è chiaramente condizionato dal governo USA che, sulla base dei dati, voleva giustificare il Plan Colombia: un intervento militare finalizzato a stroncare il traffico di cocaina nel paese.Di fatto i governi tendono a reprimere l’uso e la vendita di droga piuttosto che i grandi traffici criminali.
A sostegno di questa tesi Fabrice Rizzoli, dell’Università di Parigi, porta l’esempio della Francia, secondo paese dopo la Spagna per il traffico di marijuana, dove “8 sequestri su 10 riguardano quantità inferiori a 10 grammi, mentre non si combatte adeguatamente la presenza ventennale delle organizzazioni criminali che trafficano la droga dal Marocco alla Francia”.La mafia uccide con la droga ma anche con il silenzio. E’ il caso delle donne scomparse dalla cittadina di Chihuahua, al confine con gli USA, descritto da Claudia Cruz, deputata messicana, che lavora da 15 anni sul tema della violenza sulle donne.“Nel 1995 erano 26 le donne uccise, nel 1997 sono state 123 – spiega la Cruz . Il governo però non ha indagato o cercato soluzioni a questa strage dando la responsabilità morale alle donne per come erano vestite o perchè uscivano la sera”.I traffici di droga e di persone e sfruttamento sessuale sono interconnessi.Le donne e i minori messicani che vogliono lasciare il paese sono sfruttati sessualmente e scambiati con dosi di droga tra i vari trafficanti lungo il percorso. Questo è il prezzo da pagare per attraversare la frontiera, uno spazio indefinito dove spesso i diritti sono dimenticati.4 milioni di container viaggiano in Italia ogni anno, in quei container merce contraffatta, palloni e scarpe cuciti da bambini sfruttati.
“Dietro il traffico illegale ci sono imprese che restano impunite poiché la legge colpisce solo i singoli”- racconta Rocco Burdo, dell’Agenzia delle dogane. Burdo sprona la società civile a fare lobby nel pretendere a livello nazionale e comunitario informazioni più chiare e leggi che puniscano le azioni illegali delle imprese.Ma per comprendere l’offerta mafiosa si deve anche analizzare la domanda: se la merce contraffatta e, quindi, economica ha un mercato vasto, significa che a richiederla ci sono migliaia di famiglie che vanno avanti a fatica con mille euro al mese.Alle frontiere passano o vengono bloccate oltre le merci anche le persone, anche se quelle persone per i trafficanti e, adesso, anche secondo la legge italiana hanno un valore inferiore a quello degli oggetti.
“Li troviamo morti nei tir, i clandestini- racconta Francesco Mariani, Autorità portuale di Bari-, 550 stranieri provenienti dalla Grecia sono stati trafficati solo nell’ultimo anno a Bari”.Dagli interventi della platea e dei relatori emerge chiaramente la condanna del pacchetto sicurezza che punisce, piuttosto che le organizzazioni criminali, le persone ritenute “clandestine”, sebbene, nella maggior parte dei casi, si tratti di richiedenti asilo umanitario.
Tra i migranti le donne sono quelle più esposte al traffico sessuale.
Mihaela Clincu e Ana-Cristina Zacornea, rappresentanti
dell’Associazioni EuroDEMOS e Kasta Morrely hanno evidenziato il traffico
moderno di esseri umani al livello globale, presentando uno studio di 5 anni
delle loro organizzazioni. Il traffico moderno d’esseri umani si rivolge
ai giovani d’elite.
EuroDEMOS e Kasta Morrely hanno presentato soluzioni
pratiche di prevenzione e contrasto al traffico moderno di esseri umani
(l’industria del sesso). Le soluzioni trovate e realizzate da queste
associazioni vanno dalla creazione e legalizzazione dell’occupazioni di Modelle
e Organizzatori di Spettacoli (nomi spesso utilizzati da impostori per
corrompere giovani) alla pubblicazione dei primi manuali di specialità; dalla
fondazione nell’Associazione EuroDEMOS della prima Scuola autorizzata di formazione
professionale Organizzatori di Spettacoli, Modelle, Maestri di Cerimonie, del
Centro Transnazionale Anti Modern Traffic, fino all’organizzazione di training
europei a cui partecipano rappresentanti del Consiglio d’Europa e dell’OSCE.
E questo perché “i
diritti umani sono per chi li conosce” dichiara Clincu. La mancanza di conoscenza, dunque, uccide.
“39 navi affondate nel canale di Sicilia- afferma Enrico Fontana di Legambiente – e la gente di Calabria vuole sapere la verità!”Il 50% dei rifiuti che passano dai porti italiani sono illegali.Il traffico illegale di rifiuti nasce con la normativa sul traffico illecito di rifiuti, una legge che esiste solo in Italia e dovrebbe essere adottata anche dagli altri paesi. Sebbene si potrà agire con forza solo quando verrà approvata una norma sul delitto per crimini ambientali.
Al traffico dei rifiuti dagli USA e dall’Europa verso paesi meno sviluppati, si accompagna, in direzione opposta, il traffico degli animali e del legno pregiato, oltre che della droga, dai paesi poveri a quelli ricchi.Dal lavoro del gruppo sono emersi alcuni punti cruciali: manca una lettura di insieme dei business transnazionali che in realtà sono interconnessi; si devono cercare di analizzare le ragioni e stimolare proposte nuove.
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