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Consegnato ai magistrati il papello di Riina

Da Antimafiduemila il . Sicilia

Sarebbe stato consegnato da Massimo Ciancimino il famoso papello di
Riina ai magistrati di Palermo. Sembrava una leggenda invece il foglio
contenente le richieste che il
capo di Cosa Nostra nel 1992 avanzò allo Stato in cambio della fine
della strategia stragista, è ora una realtà oggettiva.

Già questa
mattina il procuratore aggiunto Antonio Ingroia, durante un dibattito
contro la mafia organizzato dagli studenti di sinistra, al polo di
scienze politiche dell’Università di Firenze, aveva accennato all’
ipotesi che presto la Procura ne sarebbe venuta in possesso. Ora
finalmente il “papello” sarebbe negli uffici giudiziari di Palermo
disponibile al vaglio degli inquirenti.

Se autenticato il documento tanto atteso potrebbe mettere in
discussione molte delle versioni fornite dai vari soggetti che al tempo
erano venuti a conoscenza della trattativa e rappresentare davvero una
svolta nella ricerca della verità sulle stragi.

A parlare per primo del “papello” era stato il pentito Giovanni Brusca
il 13 gennaio 1998. Interrogato nel corso del processo di Firenze sulle
stragi del ’93, il pentito aveva riferito dell’esistenza di una
trattativa tra il capo di Cosa Nostra e lo Stato, intavolata dopo la
strage di Capaci. Fu lo stesso capo di cosa nostra ad informarlo di
quel dialogo .

”Si sono fatti sotto – gli disse – gli ho presentato un
‘papello’ di richieste lungo cosi’”. Dodici istanze che avrebbero
compreso una serie di agevolazioni per cosa nostra tra cui la revisione
del Maxiprocesso, l’abolizione del carcere duro per i mafiosi, la
revisione della legge sulla confisca dei beni, l’annullamento della
legge sui pentiti ed altri ancora. Richieste che il capo di Cosa
Nostra avrebbe inoltrato alle istituzioni dopo che il capitano del Ros
dei carabinieri Giuseppe De Donno e il generale Mori avevano cercato un dialogo
con lui attraverso la mediazione di Vito
Ciancimino. Ora resta da stabilire chi oltre ai vertici del Ros aveva
garantito questa negoziazione.

Le ultime dichiarazioni dell’ex Ministro
Martelli e la lunga audizione della dottoressa Liliana Ferraro, nel
1992 alla direzione del Ministero degli Affari Penali, durata quattro
ore proprio nella giornata di oggi forse hanno già contribuito a fare
chiarezza.

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