La casa di Piera
C’è un caldo umido nonostante siano le 18.30,la stradicciola che
porta da Piera è libera da ingorghi e c’è silenzio. Balconi e finestre
delle case confinanti o attigue sono serrati,nonostante il caldo
appiccicoso di questi primi giorni di ottobre.
In fondo alla strada un
gruppo di persone,riconosco in loro visi conosciuti,sguardi
speranzosi,abbracci solidali e un so che di familiare che mi fa
comprendere quanti sia bello potere condividere il sapore
dell’onestà,ma anche la rabbia per coloro che disertano questi
appuntamenti,per una città che si arrocca nell’indifferenza mortifera e
nega vite ed esperienze coraggiose,quasi come se una testimone di
giustizia fosse portatrice di altri lutti,di situazioni impervie da cui
stare alla larga e fuggire.
Testimone di giustizia,donna sola che
resiste e impone con forza il diritto di avere una vita normale,donna
abbandonata sulla via del rischio dalle istituzioni ,dai palazzi dei
bottoni di piombo che segnano il destino di uomini e donne che decidono
di “parlare” di cose scomode,di intrecci tortuosi,di nebbie spesse
dalle quali spuntano lembi di verità.
Donna insieme ad altre donne
dagli occhi attenti a che non le si faccia del male,donna insieme ad
uomini che hanno varcato il muro dell’omertà ,sconfinando nella
partecipazione,nella resistenza ad un mondo che vuole sudditi senza
qualità. Siamo lì nella sua casa divenuta piazza,siamo esistenze
pulsanti,cuori toccati da memorie incancellabili,siamo testimoni di
ingiustizie, storie vissute ” contro” , coagulate nel fremito della
casa di Piera.
* presidio Libera Castelvetrano
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