In piazza per la libertà d’informazione
Il 3 ottobre centinaia di migliaia di persone si sono ritrovate a Roma, in Piazza del Popolo per chiedere un’informazione libera. Secondo le stime della questura si è trattato di 60mila persone. Beh, io c’ero. Posso dirvi che non mi sembra affatto una cifra realistica, visto che la Piazza era colma e le vie d’accesso erano intasate di uomini e donne. Uscire dalla manifestazione era assai complicato e faticoso per la mole della folla che tentava di entrare in Piazza del Popolo. Gli organizzatori parlano di 300mila partecipanti e, sicuramente, questo numero si avvicina di più alla realtà dei fatti. Articolo21, Arci, Libera, Liberainformazione, Giustizia e Libertà, CGIL, queste solo alcune delle tantissime organizzazioni che hanno partecipato. A manifestare erano presenti una folla di giornalisti di Repubblica, L’Unità, Il Manifesto, L’Avvenire, Famiglia Cristiana, Rai3, LA7 e moltissimi altri. C’erano decine di migliaia di giovani con i loro cartelli, striscioni, con la loro voce e le loro mani per applaudire gli interventi di giornalisti e sindacalisti che si sono succeduti sul grande palco. Tra questi Roberto Saviano che ha ricordato i nomi di giornalisti assassinati dalle mafie e dalla prepotenza. E allora la rabbia ti sale in corpo prepotente quando pensi, in quella Piazza, a Ilaria Alpi e al suo operatore Miran Hrovatin, uccisi il 20 marzo 1994 a Mogadiscio da un commando di assassini. Ilaria e Miran che negli ultimi giorni della loro vita avevano incontrato il sultano di Bosaso, Abdullahi Mussa Bogar, e che avevano probabilmente scoperto i traffici di rifiuti tossici verso la Somalia. Un sistema di avvelenamento delle già martoriate terre africane che vedeva coinvolte le mafie e chissà quali oscuri interessi inenarrabili. E ancora, si scatena l’emozione ricordando il viso sorridente di Giancarlo Siani, giovane cronista di 26 anni che scriveva per “Il Mattino” come corrispondente da Torre Annunziata (NA). Il 23 settembre del 1985 Giancarlo veniva ammazzato dalla camorra che spense il suo sorriso, ma che non riuscirà mai, in nessun modo, a placare la nostra sete di verità e giustizia. E ancora, come non pensare a Maria Grazia Cutuli, Raffaele Ciriello, Enzo Baldoni, Antonio Russo e tutti gli altri che hanno perso la vita per un giornalismo “irregolare. Tutto quello che ieri è stato detto e fatto in Piazza del Popolo a Roma può essere riassunto così:
“Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni e censure.” Articolo 21 della Costituzione Italiana, commi uno e due.
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