Avviso Pubblico e Libera Terra
Sinergie per lo sviluppo
«Sentiamoci dopo, ora sto guidando, questo pomeriggio dopo le tre dovrebbe andare bene». Giacomo mi risponde indaffarato e posticipa la telefonata. Sta andando da qualche parte. Qualcosa di lavoro, presumo. D’altronde lui e tanti altri ragazzi impegnati nel circuito di Libera Terra da anni hanno l’onere di raccogliere la sfida più dura: dare ai beni confiscati un valore di rinascita. Non solo un simbolo, ma una reale alternativa. Fatta di lavoro, di sudore e di fatica.
Sono passati dieci giorni soltanto da quando la Cooperativa Valle del Marro, nata quattro anni fa per coltivare terreni confiscati alla ‘ndrangheta nella Piana di Gioia Tauro, ha subito l’ennesimo furto . Motoseghe, decespugliatori, anche un atomizzatore a spalla e un generatore di corrente elettrica. Un colpo duro per una realtà come quella calabrese. Non la sola, purtroppo, a dover far fronte ad attachi esterni. Entro i confini di queste dinamiche sociali, al fianco delle cooperative si sta muovendo da tempo anche Avviso Pubblico, il coordinamento di Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie.
Cooperative, una realtà da sostenere
Proprio quest’oggi con una lettera aperta a Libera e al suo ufficio di Presidenza, Avviso Pubblico ha
ribadito la volontà effettiva di continuare a sostenere il lavoro che il progetto Libera Terra sta portando avanti giornalmente sui beni confiscati. Si tratta di una mobilitazioni di ammnistratori locanti ed enti regionali che in più di una occasione è riuscita a rispondere, in maniera anche rapida, ad alcune esigenze tecnico-economiche dei ragazzi delle cooperative. Libera Informazione ha raggiunto telefonicamente Giuseppe Chiarillo, responsabile del gruppo “Sostegno alle Cooperative” di Avviso Pubblico. Lucano, da decenni trapiantato in Emilia, già sindaco di Galliera, comune del bolognese, Chiarillo rievoca la nascita del suo impegno: «Da un paio di anni abbiamo creato dei gruppi di lavoro interni ad Avviso Pubblico. Il mio nella fattispecie rivolto all’aiuto alle cooperative con alcune delle quali mi ero già trovato a lavorare. Si tratta di un lavoro di sensibilizzazione tramite iniziative pubbliche volte a ricavare fondi subitamente spendibili per le varie esigenze delle cooperative». Di volta in volta, si legge nel documento diramato da Avviso Pubblico, si tratta di un carrellone per il trasporto dell’uva in favore della Cooperativa Pio La Torre, di uno stanziamento di 5000 euro per la cooperativa Terre di Puglia, per l’acquisto di una nuova sedia a rotelle per la vice presidente della “Placido Rizzotto”, Francesca Massimino.
Valle del Marro, il lavoro continua
Aiuti che a volte arrivano in maniera tempestiva, come nel caso della cooperativa Valle del Marro, depredata degli strumenti di lavoro il 23 settembre e già il 25 settembre rassicurata da un intervento di Avviso Pubblico, capace di reperire in breve tempo il necessario: «credo sia stato davvero importante, diciamo che abbiamo avuto la fortuna di trovare una rete di persone che ne avevano disponibilità e abbiamo subito voluto dare un segno alla cooperativa». Una vicenda che il coordinatore dello stesso Avviso Pubblico, Pierpaolo Romani legge in maniera altrettanto sentita: «Un gesto rapido che fa capire a quanti hanno voluto attentare alla cooperativa che anche noi siamo rapidi a rialzarci in piedi, a rispondere».
Anche Giacomo Zappia, presidente della Valle del Marro, guarda subito avanti: «L'ennesimo stop a cui ci costringono, l'ennesimo tentativo di bloccare tutto, ma si è trattato solo di un tentativo appunto. Le risposte, ed è bellissimo, sono arrivate, celeri e concrete». Sono due i riferimenti di Zappia: il subitaneo aiuto dell'imprenditoria sana locale («Nino Demasi ci ha procurato subito alcuni attrezzi sottratti») e la rete nazionale, con Avviso Pubblico in testa («Non è la prima volta che si attivano, dobbiamo ringraziarli». Proprio questa idea di rete è alla base di quello che è un senso di corresponsabilità: «da queste vicende si desume l'importanza cardine di un sistema rete dove associazioni, enti, imprese ci sono quando c'è un problema: una sinergia in un Paese dove la lotta alle 'ndrine non è affare di pochi ma impegno a un contributo reale non solo fatto di parole».Nord-Sud, punti di contatto
Dopo una decennale esperienza come
ammnistratore, Chiarillo, può anche spendere qualche parola cosa
significhi prendere posizione contro le mafie, per un ente pubblico.
La decisione che entra in consiglio comunale, la decisione, la
delibera: «Un momento culturale e politico molto alto in cui si
tende una mano a chi fa qualcosa di importante in un contesto
socialmente molto duro». Un impegno che dal Nord va al Sud, con la
consapevolezza che insegnare, promuovere valore tra i giovani sia lo
stimolo per farci risorgere: «Ricordo l’impegno di Placido Rizzotto
come partigiano, qui da noi, una cosa fantastica. Anche io nel mio
piccolo cerco di dare agli altri anche se lontani, seguendo il suo
esempio».
Ritieniamo importante chiedergli quanto queste raccolte fondi siano in grado di incidere sulla percezione della mafia come una componente anche delle proprie viste, rifuggendo quindi lo stereotipo legato al Sud e il conseguente atteggiamento: «Dobbiamo dire che vi è una costante sensibilizzazione al problema, e pensiamo che il nostro lavoro e di altri come Libera stia portando a processi di educazioni permanente. In diverse scuole ho fatto visita con alcuni esponenti delle cooperative e siamo stati subissati di domande da parte dei ragazzini che volevano sapere . E anche la partecipazione alla cene significa non solo aiuto alla causa ma volontà di partecipazione, si sa che la mafia ora non è solo al sud e soprattutto dove c’è benessere questa può insediarsi».
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