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Piemonte, dieci punti da cui ripartire

Di Simone Bauducco il . Piemonte, Progetti e iniziative

  È stata presentata questa mattina su tutto il territorio piemontese la piattaforma “L10” ovvero dieci proposte della rete di Libera Piemonte in vista delle elezioni regionali del marzo 2010.   10 punti che sono stati elaborati negli scorsi mesi grazie al lavoro corale di tutti i territori della regione e che da quest’oggi rappresenteranno il terreno di sfida per i candidati e le segreterie dei partiti. 

“Questo manifesto rappresenta il nostro percorso – ha spiegato Davide Mattiello, referente regionale di Libera Piemonte – è la nostra testimonianza di amore per il Piemonte di fronte alla grave deriva della nostra democrazia, per spezzare il legame perverso tra mafia e politica e riaffermare con forza i valori della nostra Costituzione, delle leggi e dei simboli della nostra Repubblica e dell’Unità nazionale”.  Il manifesto, che durerà  fino alla scadenza del mandato regionale, affronta quattro grandi aree: etica, scuola, pubblica amministrazione e migranti.  La prima richiesta è rivolta alle forze politiche e riguarda la scelta di non candidare, di non assegnare alcun ruolo di dirigenza e di non allearsi con partiti che hanno tra le proprie file persone rinviate a giudizio o condannate per mafia o per reati contro la pubblica amministrazione. 

La seconda parte, invece, tocca il punto della scuola pubblica: “Per garantire la legalità nelle scuole, abbiamo bisogno prima di tutto di scuole sicure dove non si  corra il pericolo di morire”. Non è un caso dunque che la piattaforma sia dedicata anche a Vito Scafidi, il giovane studente del Darwin di Rivoli morto sui banchi di scuola.  Dalla scuola pubblica alla pubblica amministrazione. “In questo campo – precisa Mattiello – dobbiamo avere bene in mente che la responsabilità giudiziaria non coincide con quella politica e morale”.  Spesso certe condotte politiche pur essendo penalmente irrilevanti presentano numerose falle guardandole dal punto di vista etico e politico.  Risulta così  fondamentale l’adozione di misure di trasparenza e  monitoraggio nel ciclo del contratto pubblico. Un settore a forte rischio di infiltrazione mafiosa anche in Piemonte. 

L’ultima questione riguarda esula dal piano regionale per trasferirsi su uno nazionale: la tutela dei cittadini degli altri paesi che si trovano nella nostra regione. Quelle persone che fuggono dalla guerra e dalla povertà e per questo vengo no definiti criminali a causa delle nuovi leggi sull’immigrazione clandestina. L’obbiettivo di Libera su questo punto, consapevoli della scala nazionale della normativa, è quella di fare pressione sulle istituzioni per abrogare quella legge. Inoltre viene richiesto che non venga speso nessun euro per finanziare le cosiddette ronde dato che gli organi di polizia scarseggiano di risorse.  Sono questi i 10 punti della piattaforma L10 con la quale Libera Piemonte non scende in campo, ma irrompe sul dibattito etico-politico regionale. Da oggi i presidi di LiberaPiemonte inizieranno a chiedere ai candidati e alle segreterie di partito  partiti di impegnarsi a realizzare queste proposte.  Per sapere quale sarà la risposta della politica, basterà collegarsi al sito l10.liberapiemonte.it che rappresenterà in tempo reale le risposte di tutti gli schieramenti dell’arco istituzionale.     

“La democrazia vive di buone leggi e buoni costumi”. Così diceva Norberto Bobbio.

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