“Onoriamo le vittime. Diamo voce agli invisibili”
“Dopo il lutto, niente. Tutto come prima. La strage in Afghanistan che il 17 settembre ha fermato l’Italia è stata archiviata senza batter ciglio. Dopo il tempo dell’emozione e del cordoglio, doveva venire il tempo della riflessione e della politica. E, invece, nulla. Nessun speciale, nessun dibattito politico, nessun approfondimento che aiutasse gli italiani a capire realmente cosa sta succedendo in Afghanistan, cosa dobbiamo fare per mettere fine a quella tragedia prima di essere costretti a piangere nuovi morti. Niente di niente. Alla faccia dei principi del giornalismo, dei doveri del Servizio Pubblico radiotelevisivo e del Contratto di Servizio che ci lega alla Rai. Nella nostra TV, pubblica e privata, c’è spazio solo per la propaganda. Quella che abbonda nelle retrovie di ogni guerra, si dovrebbe dire. Anche se, in Italia, dobbiamo fare finta che non sia così.
Pace e informazione sono due beni fondamentali in pericolo. Pace e informazione sono due dei temi più importanti di cui ci dobbiamo occupare per l’avvenire. Se vogliamo averne uno.
La manifestazione del 3 ottobre deve segnare, in ciascuno di noi, un cambio di mentalità e una nuova assunzione di responsabilità.”
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