Nel Lazio la prima agenzia per i beni confiscati
Il primato è tutto del Lazio ma è un precedente di portata nazionale. E’ stata approvata oggi con voto unanime la legge per i beni confiscati nella regione Lazio. Una proposta presentata in Consiglio nella scorsa primavera grazie all’intuizione dei primi firmatari Enrico Fontana (Sinistra) e Fabrizio Cirilli (Gruppo misto) e Luisa Laurelli (Pd) e degli altri proponenti, Giuseppe Celli (Sdi), Wanda Ciaraldi (Pd), Massimiliano Maselli (FI – PdL), Giuseppe Mariani (Lista civica per il Lazio) ed Erder Mazzocchi (An-PdL). Passione, volontà politica, senso di responsabilità e concretezza sono le componenti che riassumono il percorso che ha portato all’approvazione di questa legge che custodisce al suo interno una conquista singolare: l’istituzione della prima agenzia regionale per la gestione dei beni confiscati. La legge “Promozione dell’uso sociale dei beni confiscati alle organizzazioni criminali” è un sistema integrato di norme e di risorse economiche per la gestione e il riutilizzo dei beni: oltre all’agenzia regionale saranno istituiti infatti un fondo di rotazione per l’estinzione delle ipoteche (che spesso gravano sui beni) e uno di garanzia per agevolare l’accesso al credito dei destinatari dei beni (tallone d’achille della fase di riutilizzo)
Una decisione all’avanguardia presa dalle istituzioni in una regione in cui le mafie si sono purtroppo mosse prima dell’azione di contrasto, inquinando ormai svariati livelli economici e amministrativi a livello locale, specie nel basso Lazio. I numeri che raccontano il Lazio infiltrato dai capitali mafiosi sono stati resi noti proprio qualche settimana fa dal Ministero della Giustizia che colloca la regione fra le prime cinque nel Paese per numero di beni sottratti ai mafiosi e soprattutto mette in cima alla lista Roma fra le città nelle quale si concentrerebbero gli investimenti mafiosi più ingenti . Nel Lazio i beni confiscati alle organizzazioni criminali sono 328, la
maggior parte dei quali già avviata nelle procedure di assegnazione per
il loro riutilizzo a fini sociali in osservanza alla legge 109/96 sul
riutilizzo a fini sociali e/o istituzionali dei beni confiscati alla
criminalità organizzata.
“Per la regione il valore dei beni sottratti si attesta attorno ai 100 milioni di euro, 98 sono invece i beni immobili confiscati – osserva Enrico Fontana – ma circa un terzo del totale non sono stati ancora ‘destinati’ come previsto dalla legislazione nazionale”. Da oggi “Abecol” così si chiamerà l’agenzia avrà il compito di promuovere la collaborazione e il coordinamento tra soggetti, istituzionali e sociali, coinvolti per la gestione di questi immobili. “Attraverso l’istituzione di questa agenzia e dei due fondi di rotazione e garanzia – commenta Fontana – si mettono in campo tre strumenti che andranno a rafforzare tutto l’iter per la confisca e l’assegnazione dei beni. Lo abbiamo fatto soprattutto senza creare “carrozzoni” – sottolinea Fontana – il Lazio crea infatti con questa legge un’agenzia interna agli uffici regionali e senza costi aggiuntivi, non ci saranno, per chiarire, alcun consiglio di amministrazione, alcun presidente, non è una nuova struttura aggiunta”.
“Ci auguriamo che questa legge – conclude Fontana – possa essere da stimolo per altre regioni e che si possa innescare un meccanismo simile a quello scattato per la protezione dell’ambiente e cioè tante agenzie regionali che portino alla nascita di quella nazionale”. Promessa da tanti ma ancora rimasta solo un miraggio l’agenzia unica per la gestione dei beni confiscati quindi potrebbe arrivare da un percorso locale che parte oggi dal Lazio.
“Questa legge lancia un messaggio forte alle organizzazioni malavitose che operano sul nostro territorio – ha detto il cofirmatario della proposta Fabrizio Cirilli dai banchi dell’opposizione e cioè¨ che la politica nel Lazio ha preso la strada non dello scontro, ma della coesione”. “I malavitosi – commenta Cirilli – temono più la confisca che l’arresto”.
“Abbiamo constatato che tra sequestro ed utilizzo sociale dei beni – sostiene la presidente della commissione Sicurezza, Luisa Laurelli – si perde un mare di tempo a causa della burocrazia e dello spezzettamento degli interventi. E questi beni deperiscono, basti guardare le condizioni della villa di Ardea sequestrata al boss Nicoletti. Ed allora grazie all’agenzia istituita dalla legge, che non comporta aggravio di costi, ma il coordinamento tra le istituzioni e l’accelerazione dei tempi”.
Non sono mancati nel dibattito alcune lamentele per la permanenza di un atteggiamento talvolta negazionista su quella che è la situazione del crimine organizzato nel Lazio ma l’approvazione all’unanimità è un segnale importante. “Quella di oggi è davvero una buona notizia – commenta il coordinatore della Casa della Legalità, Francesco Forgione. I numeri della regione Lazio parlano infatti chiaro da tempo: dopo le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (e aggiungiamo anche la Lombardia) è proprio il Lazio ad avere il maggior numero di beni confiscati alle mafie. Questo risultato è inoltre la dimostrazione di una costante e crescente attenzione del consiglio regionale in materia di aggressioni ai beni mafiosi. Rimane – concude Forgione – il problema di far acquisire alla società alla politica la consapevolezza della pericolosità sociale delle mafie e della cultura mafiosa”.
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