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Un delitto di mafia ma non solo

Di Rino Giacalone il . Sicilia

Fino a ieri si diceva «mafia e non solo mafia» per il delitto di Mauro Rostagno, perchè questo si ricavava ragionando un po’ sulle cose, la storia del territorio trapanese, su ciò che si era occupato Rostagno prima e durante la sua esperienza trapanese, tra giornalismo e attività alla comunità Saman, i crocevia tra cosche, massoneria, servizi deviati per un periodo esistenti nel trapanese e forse ancora oggi non del tutto inattivi.

A 21 anni dall’omicidio di Mauro Rostagno, a pochi mesi da quella svolta nelle indagini frutto del lavoro investigativo della Squadra Mobile di Trapani, con l’ordinanza di custodia in carcere notificata al capo mafia Vincenzo Virga e al valdericino Vito Mazzara che storicamente è stato il capo dei «gruppi di fuoco» della mafia posti agli ordini dei padrini trapanesi e non solo, di «mafia e non solo mafia» negli uffici investigativi e in quelli inquirenti della Dda di Palermo si parla più concretamente. Non è più una ipotesi, cominciano ad emergere punti di riscontro.

Cosa c’era a Trapani in quegli anni. Forti collegamenti e connivenze tra mafia e politica, la massoneria presente con tutte le sue trame, come quelle intessute nelle logge coperte della Iside 2, dove c’erano scritti nomi di mafiosi come il mazarese Mariano Agate, assieme a burocrati, banchieri e bancari, nobili più o meno decaduti, a iniziarli Licio Gelli che il suo passaggio per Trapani era stato «registrato» da Rostagno. Le indagini in corso pare abbiano colto passaggi di quel tempo, «effervescenze» che emergevano da questi ambienti contro Rostagno.

Oggi cosa accade? «Siamo ad un passo – dice Gaetano Paci, il pm della Dda di Palermo titolare delle indagini – dal completare gli accertamenti balistici per risalire a chi ha sparato quella sera».

Su questo aspetto il Tribunale del Riesame ha però bocciato le indagini e annullato l’ordinanza per Mazzara. «Mazzara non è uscito dall’indagine e quella ordinanza del Riesame che, bisogna ricordarlo, ha confermato la firma mafiosa sul delitto, ci ha condotto ad ampliare il lavoro di comparazione tra i bossoli del delitto Rostagno e quelli di altri omicidi mafiosi».

Matrice mafiosa certa. Gli inquirenti ne sono maggiormente convinti nel sostenerlo, mentre le indagini sono arrivate a toccare versanti esteri, in Francia per esempio. Il coinvolgimento in affari loschi della vecchia Saman torna in primo piano, ma non più secondo quell’ipotesi investigativa firmata a suo tempo dal procuratore Gianfranco Garofalo. Da quei faldoni sarebbero stati presi in considerazione però alcuni elementi, quelli su alcuni contatti tra Trapani e la Francia ad opera si soggetti che gli investigatori collocano in una sorta di «limbo», tra massoneria e politica. Soggetti che avrebbero avuto modo di conoscere il lavoro di Rostagno, forse arrivando a carpire qualcosa che lui aveva scoperto e che era pronto a denunciare. E si torna così a pensare a quegli aerei che atterravano sulla pista dell’aeroporto ufficialmente chiuso di Kinisia, appena fuori Trapani, nascosto tra le campagne e usato da Gladio. Ma si pensa anche a quella cassetta che Rostagno custodiva, sparita dopo la sua morte.

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