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Il 3 ottobre in piazza

Di Marcella Sansoni il . Progetti e iniziative

La cronaca politica italiana è  talmente scoppiettante da mettere a dura prova anche i patiti dell’informazione. Insulti, minacce, resoconti pruriginosi, censure e guerriglia rischiano di far dimenticare che la situazione è seria. Polemiche e pasticciacci su trasmissioni come Ballarò, entrata nella lista dei cattivissimi, come Anno Zero che nella lista c’è da sempre o come Report o che Tempo che fa probabilmente spingeranno molti a Roma il 3 ottobre a manifestare per la libertà della informazione.

Quella libertà non è affare dei giornalisti ma ha a che fare con la libertà di tutti, a cominciare dai lettori e dagli ascoltatori. Ottime motivazioni quelle offerte dalla minaccia di rendere più povera e noiosa in questo caso Rai tre. Ma c’è dell’altro perché quella manifestazione, indetta dalla Federazione Nazionale della Stampa e non da partiti o polemisti, è stata decisa molto prima del clamore provocato dall’ultima stretta sulla informazione.  La manifestazione del 3 è nata dalla minaccia rappresentata dal disegno di legge Alfano , quello che per intenderci potrebbe cancellare la cronaca giudiziaria e le notizie di innumerevoli malefatte dalle pagine dei giornali.” La madre di tutti i bavagli” l’ha definita Giuseppe Giulietti portavoce di articolo 21. Il  ddl Alfano, che il Senato si appresta ad esaminare, rende  difficilissimo l’uso delle intercettazioni telefoniche quale mezzo di indagine. Ne vieta il resoconto, seppure sotto forma di riassunto. Inasprisce le pene pecuniarie e minaccia il carcere per i giornalisti oltre ad intimorire gli editori prevede sanzioni milionarie e tali da dissuadere le aziende editoriali da qualsiasi indagine su chicchessia.

Il ddl Alfano viene ritenuto da un gruppo di studiosi dell’università di Napoli Federico II, coordinati dal professor Roberto Mastroianni, contrario alla nostra Carta costituzionale oltre che alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo che garantiscono la libertà di espressione e la libertà di essere liberamente informati. A tal punto in contraddizione da far ipotizzare la possibilità di un ricorso alla Corte di giustizia europea oltre che alla Corte Costituzionale se il ddl Alfano venisse approvato. Un esposto per la Corte di giustizia europea è già stato preparato da Articolo 21 .

Un allarme, quello di Articolo 21, pienamente condivisibile e condiviso e visibile in Europa, se non in Italia.  Sei anni fa in parlamento europeo votò  una risoluzione preoccupata sulla “anomalia” italiana…sei anni fa. Freedom house nel suo ultimo rapporto esprime preoccupazione sul conflitto di interessi che significa un vastissimo controllo dei mezzi di comunicazione da parte del Presidente del consiglio italiano e anche l’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) definisce incompatibili con gli standard internazionali sulla libertà di espressione un provvedimento come il ddl Alfano. Fra pochi giorni il Parlamento europeo tornerà ad occuparsi di Italia e di libertà di informare ed essere informati.  Di certo l’impegno di tutti non può esaurirsi con la manifestazione e….meno male che l’Europa c’è.

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