NEWS

La lotta ai narcos sommerge la voce dei diritti umani

Di Stefano Fantino il . Internazionale

Messico, tra lotta ai narcos
e diritti umani; questo potrebbe essere il fil-rouge che in queste ultime
settimane ha tenuto banco nel paese centroamericano. Un posto, dove,
tanto per chiarire la situazione il braccio armato di un cartello, i
Los Zetas, si permettono irruzioni stile “vecchio west” nei treni
che trasportano i ‘sin papeles’, gli  immigrati dei paesi centroamericani
senza alcun documento, che attraversano in treno il paese per raggiungere
gli Stati Uniti. A scopo di estorsione oppure per costringerli a diventare
corrieri della droga verso gli Usa stessi. In un contesto simile, le
azioni politiche e istituzionali, interne ed esterne, che vengono applicate
per domare le scorribande e la piaga dei narcos si sono scontrate spesso
con la tematica, forte, e scarsamente affrontata in Messico, dei diritti
umani. Sostanzialmente sono state due le direttrici forti che hanno
riconosciuto le politiche antidroga come colpevoli di fronte alla costante
negazione dei diritti basilari dell’individuo: la più recente e specifica
è quella riguardante la nomina federale del nuovo procuratore generale;
la seconda, più vasta e di lungo periodo riguarda l’attuazione del
Plan Merida, il programma di aiuti statunitensi al governo federale
Usa, per combattere il narcotraffico.
 
 

La nomina in questione è 
quella di Arturo Chavez Chavez voluto dal presidente della Repubblica
del Messico Felipe Calderon, come successore di Eduardo Medina-Mora
Icaza, sulla poltrona di capo della Procuraduría General de la República,
deputata alla persecuzione dei reati federali, narcotraffico incluso.
La decisione presidenziale ha dato inizio ad aspre contestazioni soprattutto
da parte delle organizzazioni in difesa delle donne e dei diritti umani.
La motivazione è aver affidato una carica così importante a un uomo
dal passato poco chiaro, facendo riferimento al passato di Chavez Chavez
come magistrato.  Egli, infatti, negli anni ’90 era procuratore
generale dello stato di Chihuahua deputato ad occuparsi di diversi massacri,
soprattutto di donne, accaduti nella zona di Ciudad Juarez, ormai tristemente
famose. Egli è accusato di aver tralasciato la sua funzione negando
l’apertura di una inchiesta formale e acconsentendo ai voleri dell’allora
governatore. Per questo motivo Chavez Chavez e’ stato accusato da diverse
organizzazioni dei diritti umani di aver ostacolato le indagini sulle
violenze subite e le centinaia di misteriose morti di donne, per lo
piu’ giovani, e a cui nessuno ha potuto dare una risposta.

La Commissione nazionale dei
diritti umani (Cndh), Human Rights Watch e Amnesty International ritengono
Arturo Chavez Chavez autore gravi irregolarità durante le indagini
e consapevole dei ritardi della ricerca delle donne di cui era stata
denunciata la scomparsa ,non facendo inoltre eseguire alcuni ordini
di cattura contro presunti responsabili dei delitti. Per questo, martedì
scorso, alcune di queste ONG hanno manifestato davanti al Senato messicano
ricordando la Raccomandazione 44/98, emessa dalla Cndh in seguito a
un’inchiesta svolta nel 1998 sulla morte di 81 donne proprio a Ciudad
Jaurez, in cui si affermava che numerosi gradi governativi si erano
resi colpevoli di negligenza.
 

Accanto a questo episodio,
alcune ONG hanno posto sotto i riflettori come  i fondi del plan
Merida siano elargiti senza che una clausola, importante e sottoscritta
da Usa e Messico, come quella dei diritti umani venga rispettata. 
Il  Miguel Agustín Pro Juárez Human Rights Center, ilTlachinollan
Human Rights Center e l’ong Fundar hanno pubblicato un comunicato dove
ribadiscono come gli Usa stiano di fatto elargendo fondi al Messico
senza che vi sia il rispetto dei diritti umani che sono obbligatori
secondo la convenzione. In particolare si fa riferimento a una percentuale,
il 15%, degli aiuti totali che dovrebbero essere elargiti solo alla
conclusione di importanti indagini che vedono la polizia federale al
centro di pesanti accuse.  Stupri, omicidi, violenze varie che
sono solo minimamente, stando alle ONG, emergendo in Messico, dove la
polizia molto spesso interpreta la lotta al narcotraffico come lasciapassare
per un uso indiscriminato della violenza verso tutta la popolazione. 
«Casi come questi e l’impunità che consegue a tali crimini, confuta
drammaticamente le dichiarazioni dell’amministrazione Calderon che dice
di rispettare tutti i diritti umani compresi nei trattati firmati dal
Messico». In questi si inserisce anche l’attacco all’amministrazione 
Obama, reo, secondo le ONG, di promuovere un clima di tolleranza verso
la violenza in nome di una guerra alla droga sempre più militarizzata,
uguale a quella che per anni non ha avuto successo nel ridurre l’insicurezza
e le cause del traffico di droga verso gli Usa.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link