NEWS

Presentato a Salerno il rapporto annuale sulle ecomafie in Campania

Di Aldo Cimmino il . Campania, Dai territori

Per il quindicesimo anno consecutivo
la Campania è “maglia nera” nell’illegalità ambientale.
A sentenziarlo è il Settimo Rapporto Ecomafie 2009 di Legambiente,
presentato ieri  presso il palazzo della Provincia di Salerno.

La fotografia scattata dall’Osservatorio “Ambiente e Legalità”
di Salerno, ritrae una “Gomorra” anche dal punto di vista del ciclo
dei rifiuti e del cemento.  I numeri di Legambiente parlano chiaro:
3907 gli illeciti accertati nel 2008. Sono state 3466 le persone denunciate
ed arrestate. Il giro d’affari, dell’ecomafie, in Campania è stimato
in oltre quattro miliardi di euro gestito da circa 77 clan della camorra.
Un’operazione criminale che controlla tutto; dal ciclo di rifiuti
agli affari legati al cemento fino all’agromafia dell’agro sarnese-nocerino.
L’area, famosa come una delle più fertili della Campania Felix,
è oggi solo cemento illegale che si estende per 300 mila mq.

Secondo
un’inchiesta sull’abusivismo edilizio, condotta dal quotidiano il
“Sole 24 Ore”,  è la provincia di Salerno a detenere il primato
degli illeciti edilizi, con la maggior parte delle aree verdi ricoperte
di cemento. Il denaro sporco, per ripulirsi, passa proprio attraverso
le mura di appartamenti ed edifici costruiti abusivamente. Nel 2008
sono seimila le case abusive realizzate nell’area nord di Napoli.
Basti pensare che il 67% dei comuni campani, sciolti per infiltrazioni
mafiose, lo sono stati proprio per abusivismo edilizio. La Campania
quindi resta al primo posto anche per quanto riguarda il ciclo illegale
di cemento, che con i rifiuti, resta un connubio di affari camorristici
inscindibile. Nel traffico illegale di rifiuti dal 2002, solo per citare
alcuni numeri, sono state coinvolte ben 95 aziende e scoperte oltre
1035 discariche abusive.

«La Campania non sarebbe diventata la pattumiera
d’Italia – ha dichiarato Franco Roberti, procuratore Capo della
Repubblica di Salerno – se non ci fossero state imprese, produttrici
di rifiuti spesso tossici e in alcuni casi radioattivi, che avessero
affidato alle mafie lo smaltimento illegale di questi rifiuti». Il
magistrato mette in luce come le mafie abbiano, in Italia, da sempre
esercitato, ed il caso dei rifiuti è emblematico, una funzione strumentale
rispetto alle istituzioni e rispetto all’economia legale. Un sistema
criminale, quello della camorra, evidenziato da Legambiente, che dissimula
la vera natura dei rifiuti, sfuggendo ai controlli grazie anche ad una
normativa a maglie larghe, che esercita il controllo totale su tutta
la rete delle discariche abusive ed esercita pressioni estorsive sulle
imprese che, a loro volta, gestiscono le illecite attività di smaltimento.
In questo scenario si inseriscono anche le responsabilità degli amministratori,
che conniventi con i clan, concedono o facilitano l’acquisizione di
provvedimenti autorizzativi di strutture spesso fatiscenti o non idonei
dal punto di vista tecnico.  Queste implicazioni contribuiscono
a far si che non si possa parlare di normalità quando si fa riferimento
al territorio campano.

«Nella cultura dell’antimafia – ha affermato
don Tonino Palmese, referente di Libera per la Regione Campania –
c’è un tema che molti studiosi stanno offrendo come contributo culturale
all’antimafia sociale, ed è il concetto di normalità». Che non
è la prassi mafiosa di inquinamento dell’ambiente, ma riscoprire
e a pretendere il diritto alla salubrità delle proprie terre.
 
 

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link