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Fuoco nella scuola dedicata ai gemellini Asta, vittime della strage di Pizzolungo

Di Rino Giacalone il . Senza categoria

“Bestie, bestie” ripete il sindaco di Erice Giacomo Tranchida. “Bestie” sono gli autori di un rogo appiccato la scorsa notte in una scuola, quella dedicata a Salvatore e Giuseppe Asta, i gemellini di 6 anni uccisi dal tritolo mafioso assieme alla loro mamma, Barbara Rizzo, quel maledetto 2 aprile 1985 quando Cosa Nostra voleva eliminare per sempre il giudice Carlo Palermo, piazzando un’auto imbottita di tritolo sulla strada di Pizzolungo, percorsa dal magistrato che da meno di 50 giorni si trovava a lavorare in Procura a Trapani. 

La scorsa notte, tra il 6 e il 7 agosto, l’edificio scolastico che porta il nome di Giuseppe e Salvatore Asta, è stato oggetto di un incendio doloso ed è poco quello che si è salvato dalle fiamme. Danni ingenti. Già lo scorso 31 luglio, sempre di notte, qualcuno era entrato nella scuola per una festa ovviamente non autorizzata, provocando danni. In questi giorni erano in corso dei lavori di ristrutturazione, per prima cosa era stato ripristinato l’impianto antincendio che guarda caso era stato tra le prime cose messe fuori uso assieme all’impianto di allarme, come se qualcosa di peggio si voleva fare. Forse quel 31 luglio le “bestie” come le chiama il sindaco Tranchida non ne hanno avuto il tempo. E dunque la scorsa notte sono tornati a colpire.

“Bestie è un atto da bestie – dice Tranchida – l’attentato perpetrato in grave danno della Scuola dedicata ai Gemellini Giuseppe e Salvatore Asta (periti assieme alla loro mamma nella strage mafiosa, in conseguenza dell’attento al Giudica Carlo Palermo in località Pizzolungo) di via Salvatore Caruso (a poca distanza dall’ospedale provinciale e dallo stadio, a ridosso di alcuni edifici residenziali). Bestie che hanno agito con lucidità criminale con l’intento di far male e molto danno, atteso che gli incendi di questa notte appiccati in più aule del plesso scolastico, dentro gli armadi pieni di materiale didattico, la dicono lunga sulle dinamiche intentate. Se da un lato confidiamo nell’attenta attività scientifica della Polizia di Stato – prosegue Tranchida – interrottamente impegnata in merito da questa notte, così come rassicuratomi dal Questore Gualtieri, dall’altro come comunità ericina e trapanese respingiamo con sdegno tale barbarie che offende la memoria di innocenti, un istituto democratico aperto a tutti come la scuola e l’intera comunità degli onesti”.

La prima ipotesi che circola è quella che le “bestie” non sono altro che dei balordi, e il sospetto non pare del tutto infondato. Ma la cosa che stupisce è altra. E cioè che l’episodio non ha sollevato la giusta indignazione. L’amministrazione Tranchida è quell’amministrazione che ha messo a posto il rapporto tra la comunità di Erice ed il ricordo per la strage di Pizzolungo. Ci sono voluti 23 anni da quella strage perché Erice si ricordasse in modo adeguato di quelle vittime, e questo è avvenuto grazie a Tranchida. Sul piano della legalità e della lotta “sociale” alla mafia, la Giunta del sindaco Tranchida ha piazzato una serie di paletti, fino a pochi giorni addietro l’intestazione ai giudici Falcone e Borsellino e agli agenti vittime delle stragi del 1992, di una struttura sportiva, destinata ad essere ristrutturata, con la partecipazione del comitato nazionale del Coni che si occupa di sport e disabili, per citare alcune delle iniziative.

Non tutto è stato bene accetto da una parte della comunità, una minoranza, ovviamente, che si è mossa in altro modo, chi prendendo posizione senza nascondersi, altri cercando di non farsi scorgere, e le “bestie” possono avere colto i desideri di qualcuno, servendo immediatamente i voleri, così per dare un segnale che i complici della mafia possono essere quando lo vogliono sempre all’opera.

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