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Fondi, il Coordinamento di Libera Latina risponde a Fazzone

Di Valeria Meta il . Lazio

Si torna a parlare del caso Fondi, ironia della sorte proprio per via di chi non vede nelle vicende politiche della cittadina pontina alcun ‘caso’. Il riferimento è alle dichiarazioni rilasciate dal senatore Claudio Fazzone non più tardi di tre giorni fa, quando la questione dello scioglimento del comune era stata sollevata nuovamente nell’ambito di una conferenza stampa. In una nota diffusa dalla stampa, il senatore del Popolo della Libertà ha definito quello relativo alle infiltrazioni mafiose in seno al Consiglio comunale fondano «un caso montato ad arte e fortemente strumentalizzato dalle forze di sinistra», aggiungendo che il Prefetto Frattasi «non può entrare anche nelle questioni politiche facendo il giro delle sette chiese degli esponenti dei partiti della sinistra». Non contento, Fazzone ha dichiarato la sua intenzione di richiedere una commissione di’inchiesta che verifichi la correttezza dell’operato prefettizio.

Ora, anche volendo soprassedere sul fatto che una simile commissione era già stata predisposta dal Viminale poco meno di un anno fa e nella sua relazione finale era giunta alle stesse conclusioni del rapporto Frattasi, asserire che lo scioglimento di un consiglio comunale per mafia non rappresenti un problema in primo luogo politico è cosa quantomeno singolare. Sconcertante è invece che nonostante i risultati di due commissioni d’inchiesta, nonostante le ripetute interrogazioni parlamentari, nonostante la recente operazione della Dda che ha visto scattare l’arresto, fra gli altri, anche per l’ex assessore Izzi, nonché l’esplicita presa di posizione del ministro Maroni in favore dello scioglimento (sebbene la sua richiesta sia poi rimasta inascoltata in sede di Consiglio dei Ministri), qualcuno abbia ancora il coraggio di affermare che rispetto a Fondi non esiste nessun caso. L’ipotesi di una commissione parlamentare d’inchiesta è stata accolta con imbarazzo dal coordinamento di Libera Latina, il cui responsabile Paolo Vescovo ha affidato a un comunicato stampa la perplessità ma anche lo sdegno suscitati dalle dichiarazioni di Fazzone.

Che la piana fondana costituisca un bacino elettorale quasi interamente appannaggio del senatore non è d’altronde una novità; non stupisce dunque  – specie se si pensa che ci troviamo a un anno dalle elezioni regionali – l’ostinazione con la quale Fazzone continua a opporsi a uno scioglimento per il quale forse solo lui e Armando Cusani non ravvedono gli estremi. Il paradosso è che una situazione unanimenente riconosciuta come sufficiente per l’applicazione del provvedimento resti ancora senza soluzione; il che non può non far pensare che nel temporeggiare di Palazzo Chigi non sia da scorgere una precisa volontà politica. Da un lato quella di delegittimare il lavoro della commissione Frattasi e di quella nominata dagli Interni, oltre a quello dei magistrati di Roma e Latina che da anni si battono per fare luce sulle ‘relazioni pericolose’ degli ambienti politici locali; dall’altro la convinzione che l’immobilismo paghi sul piano elettorale. Negare, dunque. Anche se sempre più quest’atteggiamento sembra rispondere a una linea politica proveniente da molto in alto.

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