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Ammazzateci tutti: “Unico filo lega omicidi Scopelliti, Falcone e Borsellino”

Da Strill.it il . Sicilia

“Siamo a Palermo per dire che Paolo Borsellino è vivo, e lotta insieme
a noi” E’ quanto afferma, in una nota, Aldo Pecora, leader del
Movimento antimafia “Ammazzateci Tutti, nato in Calabria dopo
l’omicidio Fortugno.
Pecora, presente oggi a Palermo con
Rosanna Scopelliti (figlia del compianto giudice Antonino Scopelliti,
trucidato dalla ‘ndrangheta il 9 agosto 1991) alla guida di una
delegazione di cinquanta ragazzi calabresi presenti alla commemorazione
del giudice ucciso, rilancia: “siamo venuti qui da tutta la Calabria
per gridare che c’è un unico filo rosso che lega l’uccisione dei
giudici Falcone e Borsellino all’omicidio del giudice calabrese
Antonino Scopelliti, sostituto procuratore generale di Cassazione,
ucciso poco prima di poter sostenere la pubblica accusa nel terzo ed
ultimo grado di giudizio per il maxi-processo di Palermo, ai tempi del
giudice Corrado Carnevale, noto  anche come ‘l’ammazzasentenze’”.

“Non
è un caso – argomenta Pecora – che in meno di 12 mesi siano stati
ammazzati tre ‘magistrati simbolo’: il 9 agosto del ’91 il giudice
Scopelliti, unico Pubblico Ministero ad opporsi al garantismo di
Carnevale nel processo per la strage del Rapido 904 e che avrebbe
certamente fatto di tutto perché la Cassazione non mandasse in aria il
lavoro prezioso del pool di Palermo, già per metà smantellato nel
processo di Appello. Poi gli artefici di tutto, i giudici Falcone e
Borsellino, dopo che nel gennaio del ’92 la Cassazione rese definitivi
i 2665 anni di ergastolo inferti a Riina ed ai boss di Cosa Nostra”.

“Falcone,
Borsellino e Scopelliti – continua Pecora – sono stati uccisi perché la
mafia voleva dare un segnale molto in alto, ed ordinare allo Stato di
scendere supinamente a patti con essa”

“Ora, nel
ricordarli tutti, seguiamo con molta attenzione i fatti di
Caltenissetta e le dichiarazioni di Ciancimino junior. Sperando –
conclude il giovane leader del movimento antimafia – di non apprendere
mai dalle aule giudiziarie che uomini dello Stato possano esser scesi a
patti con la mafia, anziché distruggerla, e che le vite di Borsellino e
tutti gli altri possano essere state oltraggiate non una ma due volte”.

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