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L’Italia che ricicla

Di Norma Ferrara il . Lazio, Progetti e iniziative

Una sedia vuota ha rappresentato anche quest’anno il Governo alla giornata che Legambiente dedica da sedici edizioni alla consegna degli Oscar ai Comuni che meglio riciclano i propri rifiuti. Il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo non c’era e per il secondo anno consecutivo lo Stato manca mentre viene premiata la sua faccia migliore. Risorsa e problema i rifiuti sono stati, dall’emergenza Campania a quella del capoluogo siciliano, spesso al centro di crisi politiche, rivolte popolari e infiltrazioni mafiose nella gestione. Oggi a Roma premiata la faccia caparbia dell’Italia che nonostante le innumerevoli difficoltà ha messo in moto cittadini, amministrazioni e tecnologie per riciclare al meglio e riciclare di più.

10 milioni d’italiani differenziano oltre il 45% della spazzatura. 1280 Comuni hanno ormai sfiorato soglie di riciclo record e in totale ben 7 milioni di tonnellate di rifiuti sono state sottratte alle discariche. “Quando parliamo di rifiuti – sottolinea Duccio Bianchi di Legambiente – non ci riferiamo solo alla differenziazione e al riciclo ma anche alla riduzione e al recupero energetico”.  “Questi Comuni dimostrano che riciclare non solo si può ma si deve – commenta Andrea Poggio di Legambiente – tutti loro hanno dimostrato che basterebbe estenedere le raccolte differenziate a tutto il Paese per dare un contributo fortissimo agli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2”.

Tutte pratiche che fanno fatica a funzionare in periodi di crisi se collegate interamente ad aziende private e all’ottica del profitto – ricorda Ermete Realacci del PD “. Si premiano i vincitori nelle singole categorie (legno, carta, plastica…) ma si riflette anche sulla Direttiva Europea che ha indicato le linee cui il nostro Paese dovrà adeguardsi entro il 2013.

Dopo il dossier “Rifiuti made in Italy” Legambiente continua ad informare ed incentivare buone prassi delle amministrazioni locali che in questa partita possono fare molto, anche se non devono essere lasciati soli. “In questo anno – ricorda Duccio Bianchi – nel 97% dei casi si è scelto il riciclaggio in luogo della discarica e il 70%dei casi il recupero energetico in luogo del riciclaggio”.

E’ ancora un Comune del Nord, Cessalto (Tv) l’amministrazione più “riciclona” d’Italia con 3.754 abitanti che oltre ad aver eseguito il 77,8% di differenziata ha l’indice più alto d’Italia per la migliore gestione complessiva dei rifiuti. Ma come viene ripetuto più volte dagli interventi di Daniele Fortini (Federambiente), Piero Perron (Conai),Leonardo Ghermandi (Consorzio Compostori) e Vittorio Cogliati Dezza (presidente nazionale Legambiente) non c’è solo il Nord. Assediata dai rifiuti, sbattuta in prima pagina solo come esempio dell’emergenza irrecuperabile è proprio la Campania a fare da capofila del sud Italia in questa edizione degli oscar rifiuti di Legambiente. Salerno in particolare è il capoluogo della rinascita dall’emergenza rifiuti.

Oltre la metà dei Comuni Ricicloni sono organizzati in consorzi e i numeri di questa edizione confermano la validità di questo sistema consortile in tutto il territorio ed in particolare nel Nord est. Così Legambiente ha premiato Fiemme Servizi spa di Trento (78.5% di differenziata), Consorzio Intercomunale Priula di Treviso (77,1%) e Amnu spa di Trento (74,6%)

Fra le regioni è il Veneto a scettare in cima alla classidfica delle regioni più virtuose nella gestine dei rifiuti, seguita da Lombarida e Friuli Venezia Giulia e Piemonte. Le regioni del centro dimostrano da anni una certa difficoltà invece anche se quest’anno fanno il loro ingresso le MArche e la Sardegna. Quest’ultima ritira il premio per aver meglio indirizzato incentivi e sostegni migliorando la differenziata del 2002 al 38% sino a dicembre 2008. (il dossier completo dei Comuni Ricicloni 2009 è disponibile sul sit www.ecosportello.org.

“C’è bisogno dell’impegno di tutti ha ripetuto in chiusura il presidente nazionale di Legambiente Cogliatti Dezza: cittadini, istituzioni più serie, aziende e consorzi, Governo e infine Europa”. C’è bisogno di aumentare queste cifre per diminuire il rischio di infiltrazioni mafiose che spesso hanno reso patologiche  la gestione delle risorse nei Comuni; dall’acqua ai rifiuti. Anche una possibile limitazione all’uso delle intercettazioni  da parte di magistrati  espone questo settore a rischi ancora più alti di “mafizzazione”.

Prevenire dunque le nuove leggi “bavaglio”, riciclare e produrre energia, trovarsi impegnati in percorsi avanzati, cosi avanzati, da sfuggire persino alle mafie.

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