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Germania, si alla confisca dei beni ai mafiosi

Di Stefano Fantino il . Internazionale

Su un tema così importante come quello dei beni confiscati, qualcosa si muove. Forse è più di qualche piccola cosa, visto che, sotto diversi aspetti, si apre una nuova avventura. Infatti nella giornata di ieriil Bundestag, il Parlamento tedesco,  ha approvato la legge che facilita la confisca dei beni mafiosi in Germania. Si tratta della prima volta in cui una norma per la confisca dei beni alla criminalità organizzata viene approvata al di fuori dei confini italiani e di certo sarà foriera di grandi cambiamenti, anche alla luce delle indagini che molti magistrati italiani stanno facendo in Germania. 

Alla conferenza stampa a Berlino erano presenti Klaus Uwe Benneter, Laura Garavini capogruppo PD commissione antimafie e Michele Curto: lì sono stati presentati nuovi strumenti per combattere la lotta contro la mafia a livello europeo.  La  legge è stata approvata anche grazie anche alle pressioni esercitate dalla rete di associazioni europee, promossa da Libera, FLARE Freedom, Legality and Rights in Europe, sui singoli paesi e sull’Unione Europea. Libera Informazione ha contattato Michele Curto, responsabile di Flare, tra i partecipanti alla conferenza stampa che ha presentato la legge. 

«Si tratta sostanzialmente di una ratifica della decisione quadro emanata qualche mese fa dalla Unione Europea- ci racconta Curto – un’aggressione ai patrimoni criminali attraverso il principio della confisca». Un metodo per combattere le mafie largamente sperimentato «ma poco utilizzato in contesto straniero e ora foriero di grandi innovazioni specie per i magistrati che riusciranno più facilmente a confiscare beni al di fuori del proprio territorio». 

La decisione rappresenta un vero e proprio traguardo culturale: «Sette mesi fa, alla fine dell’anno, l’idea stessa della confisca era una cosa culturalmente lontana. Quando Beppe Lumia, deputato e membro dell’Antimafia – continua Curto – parlò di cultura della confisca dei beni ai mafiosi incontrò parecchie resistenze».  

Questo a indicare i due piani su cui la ricerca di una legge 109/96 europea si deve muovere. Da un lato il lavoro giuridico, la creazione di un quadro europeo, e dall’altro il lavoro culturale nel Paese, già peraltro portato avanti da Flare stessa con l’iniziativa “Stagioni della legalità”, in tante città europee, Berlino compresa. 

Rispetto ad altri paesi, in Germania, non è stato il problema del riuso sociale, peraltro ancora non contemplato dalla legge, ma quello dell’idea di confisca ad aver creato i maggiori timori: «Più che resistenze sul riuso si avevano dubbi sulla confisca, da sempre vista, dalla metà del paese che era una volta la Ddr come elemento repressivo», dice Curto. 

«In Italia –  ha spiegato  Curto – c’è una legge simile già da molti anni e si è rivelata uno degli strumenti più efficaci per combattere la mafia. La possibilità di confiscare più facilmente i beni della mafia colpisce la ‘ndrangheta, la camorra e Cosa Nostra in un punto vitale. Finora i mafiosi – anche se già condannati in Italia – potevano sperare di tenere il proprio patrimonio al sicuro all’estero».

Ma ora la grande innovazione firmata ieri permetterà di rendere fluidi i lavori internazionali di cooperazione giuridicai: «Io sono ottimista. Ieri il responsabile giustizia della Spd ha parlato di mezzo miliardo di confische che verranno eseguite grazie alla legge, di cui 150/200 milioni di euro solo a Berlino». Non è poco. 

 

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