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Terremoto: Interrogazione parlamentare sulla trasparenza nei lavori di ricostruzione

Da Site.it il . Abruzzo

senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=16&id=427014″>Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01720 – Atto n. 4-01720

MASCITELLI , LANNUTTI , CARLINO

Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

Premesso che:
si apprende da un articolo del quotidiano “la Repubblica”,
pubblicato nell’edizione del giorno 29 giugno 2009, che la polizia
giudiziaria ha trasmesso un’informativa alla Procura nazionale
antimafia in seguito alla vicenda degli appalti, subappalti ed incastri
societari sospetti relativamente alla ricostruzione nelle zone
interessate dall’evento sismico del 6 aprile 2009 che ha colpito
l’Abruzzo;
in particolare l’articolo di stampa riferisce che l’appalto per i
lavori di spianatura della collina di Bazzano, dove verrà sistemata una
grande piattaforma di cemento sulla quale sorgerà la prima delle 20
piccole città, denominate new town, promesse dal Governo agli aquilani
per la fine di novembre 2009, è stato aggiudicato da una «associazione
temporanea di imprese»;
la capogruppo dell’associazione era la «Prs, produzione e servizi srl»
di Avezzano, la seconda ditta era la «Idio Ridolfi e figli srl»,
anch’essa di Avezzano e sta partecipando anche ai lavori per la
ristrutturazione per il G8 dell’aeroporto di Preturo, la terza era la
«Codisab» di Carsoli, la quarta era l´impresa «Ing. Emilio e Paolo
Salsiccia srl» di Tagliacozzo e la quinta l’«Impresa Di Marco srl» con
sede a Carsoli;

considerato che, stando a quanto risulta dalla notizia di stampa:
a) l’imprenditore Di Marco, amministratore unico dell’impresa Di Marco
srl, risulta come socio fondatore della «Marsica Plastica srl», molto
nota agli investigatori de L’Aquila e di Palermo, perché tra i soci
compaiono: Achille Ricci, arrestato tre settimane prima del terremoto
per avere occultato i soldi di Vito Ciancimino, l’ex sindaco condannato
per reati di mafia di Palermo, in un villaggio turistico a Tagliacozzo;
Giuseppe Italiano, ingegnere palermitano in affari nel settore del gas
con Massimo Ciancimino; Ermelinda Di Stefano, la moglie del
commercialista siciliano Gianni Lapis, il regista degli investimenti
del «tesoro» di Ciancimino fuori dalla Sicilia;
b) nel settembre 2006 veniva costituita anche la società, l’«Ecologica
Abruzzi srl» e fra i suoi soci ci sono ancora alcuni della «Marsica
Plastica srl», quali la moglie del commercialista Lapis e il
palermitano Giuseppe Italiano, e poi anche Nino Zangari, un altro
imprenditore abruzzese arrestato il 16 marzo 2009 per il riciclaggio
del famigerato «tesoro» di don Vito;
c) l’imprenditore Dante Di Marco sarebbe entrato in società non
soltanto con i siciliani amici di Ciancimino ma anche con il padre di
un alto dirigente regionale del Popolo delle libertà abruzzese.
Risulterebbero insieme dal 2006, e con loro un altro esponente politico
dello stesso partito sotto inchiesta a Pescara per avere intascato
tangenti per appalti sanitari, nella «Rivalutazione Trara srl», società
che ha comprato alla periferia di Avezzano 26 ettari di terreno e un
antico zuccherificio per trasformarlo in un termovalorizzatore;
già nel dicembre 2007 il giornale on-line “Site.it”,
in occasione della vicenda relativa alla costruzione del villaggio
turistico in località Tagliacozzo (L’Aquila) tornata alla ribalta in
seguito alla presentazione di due interrogazioni parlamentari sui
rischi di infiltrazioni mafiose nella regione Abruzzo, aveva
ricostruito tutti i passaggi dell’intricata storia ritrovando società
come la “Ecologica Abruzzi srl” e la “Marsica plastica srl”, che, anche
se non coinvolte nell’inchiesta, testimoniavano l’allargarsi degli
interessi in Abruzzo di società legate a Gianni Lapis, impegnate non
solo nel settore turistico ma anche nel campo del gas fino a quello dei
rifiuti e dell’energia;

alla luce di un labirinto di sigle, patti, commerci, incroci
sembrerebbe agli interroganti che i primi lavori del dopo terremoto
siano andati ad un imprenditore abruzzese in collegamento con
“prestanome” che riciclavano, sul territorio abruzzese, il «tesoro» di
Vito Ciancimino,

si chiede di sapere:
quali siano i nomi delle società che hanno concorso per
l’aggiudicazione degli appalti e subappalti per la ricostruzione nei
territori colpiti dal terremoto in Abruzzo e se siano stati effettuati
i dovuti controlli sulla compatibilità delle stesse;
se siano stati compiuti i necessari controlli sulle società
partecipanti attraverso lo schedario delle imprese presso l’Autorità
per la vigilanza sui contratti pubblici;
se al momento dell’aggiudicazione del subappalto all’imprenditore Dante
Di Marco fossero conosciute le circostanze di cui in premessa e come
siano state valutate;
se il Governo sia a conoscenza di altri nomi di esponenti politici che,
direttamente o indirettamente, abbiano costituito società o avviato
affari con imprenditori o società siciliane;
se non ritenga urgente, alla luce di quanto emerso, intervenire nelle
opportune sedi al fine di valutare la compatibilità della società
Impresa Di Marco, con i lavori per la realizzazione della new town che
sorgerà sotto la collina di Bazzano, opera prima della ricostruzione
del dopo terremoto.

da Site.it

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