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Marsala, operazione “Raia”

Di Rino Giacalone il . Sicilia

 Il “pizzino” (scritto a macchina) è dell’uno ottobre del 2003, Matteo Messina Denaro si rapporta a Salvatore Lo Piccolo, all’epoca latitante, il pizzino è stato rinvenuto dalla Polizia nel covo dove Totò e Sandro Lo Piccolo si nascondevano e furono lì trovati il 5 novembre del 2007. Tra le altre cose Messina Denaro dice di aver perso i contatti con la “famiglia” mafiosa di Marsala in quanto la stessa in quel periodo risulta interessata da un’offensiva Giudiziaria:  1) Per prima cosa devo informarla che io al momento ho i contatti interrotti con la zona di TP perché da tramite ci faceva Marsala ma dopo quello che è successo in quest’ultimo paese non si è ancora riusciti a ripristinare il tutto. Quindi per ora sono senza contatti con TP e Marsala.

      In altro “pizzino” datato 01.02.2004, Matteo Messina Denaro si rivolge a Bernardo Provenzano, rappresentando di non poter esaudire una di lui istanza, che atteneva il territorio di Marsala, in quanto in quei frangenti, a seguito della penetrante azioni di contrasto esercitata dalle Forze dell’Ordine che avevano portato all’arresto della quasi totalità dei sodali di quella famiglia mafiosa, non poteva contare sull’appoggio di soggetti di fiducia che operassero per suo conto in quella parte della provincia di Trapani, aggiungendo di sperare in una prossima scarcerazione di qualche fedele adepto che potesse riprendere le fila dell’organizzazione:”… Mi chiede unfavore su Marsala per la Vetro Sud, purtroppo non posso aiutarla perché al momento non abbiamo più a nessuno, sono tutti dentro, pure i rimpiazzi e i rimpiazzi dei rimpiazzi, non c’è più a chi metterci, c’è solo di aspettare nella speranza che esca qualcuno che ha cose più leggere e per potere riprendere tutti i discorsi. Si figuri che anche T mi ha chiesto un favore su Marsala e non lo posso aiutare, infatti ho dato a lui la stessa risposta che ho dato a lei, nella speranza che lui comprenda la situazione che si è venuta a creare su Marsala ed anche su altri paesi, purtroppo qua le batoste sono state a ruota continua e tra l’altro non accennano a finire, credo che alla fine arresteranno pure le sedie quando avranno finito con le persone. Dunque sarà compito mio appena ci sarà qualcuno a Marsala di informarla e quindi risolvere ciò di cui e T avete bisogno, credo che lei mi comprenderà perché avendo a che fare un po’ con tutti di sicuro sa che ci sono altre zone al momento combinate come Marsala …”.

  Tempo dopo in altro “pizzino” assicurava Provenzano: “…La volta scorsa lei mi aveva chiesto una cortesia su Marsala ed io le dissi che quella zona era scoperta ed ancora così è, però è successa una cosa positiva e cioè 121 ha sistemato la cosa tramite gente normale che si conoscono per commercio. Si trattava di una valutazione e cioè di dare un punto in più del prodotto che ammassano, ed il responsabile di ciò si è impegnato a dare un punto in più di quello che realmente è il prodotto. Magari si voleva qualcosa in più di un punto, ma per i tempi che corrono è il massimo a cui si è potuto arrivare, c’è da accontentarsi, già è tanto che con la zona scoperta si è arrivati, quindi può comunicare a chi interessava la cosa, si trattava di una vetreria, che il problema si è risolto nei termini che le ho detto”.

Suo tramite era Filippo Guattadauro, il 121 del cifrario di Provenzano. Filippo Guattadauro è il cognato di Messina denaro ed esponente della famiglia di Brancaccio, in carcere da meno di due anni per mafia ed estorsioni dopo essere scampato ad un accusa di omicidio. Guttadauro da libero è stato importante messaggero e portavoce del cognato e capo mafia latitante. L’uomo che siarebbe occupato anche dei rapporti con la politica. Nella sua casa doveva esserci un massiccio centrotavola in argento, regalo di un politico trapanese per il suo matrimonio con Rosalia Messina Denaro. Regalo che fu fatto sparire in tempo, prima della perquisizione.

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