Piemonte, una storia di armonia
Era il 26 giugno del 1983 quando da un bene di San
Sebastiano da Po (To), oggi confiscato, la famiglia Belfiore affiliata alla
‘ndrangheta
diede l’ordine di uccidere il procuratore di Torino Bruno Caccia. Lo ha
ricordato Don Luigi Ciotti venerdì scorso e 26 anni dopo una rassegna
artistico musicale in ricordo di Carla e Bruno Caccia, ha
voluto fare memoria dell’impegno e dell’esempio che quel magistrato
inflessibile
e sua moglie hanno donato.
Un accordo tra arte, cultura e la consapevolezza che
presidiare la democrazia passa anche attraverso il lavoro dei beni
confiscati alle mafie e al loro riutilizzo a fini sociali e
istituzionali. L’ armonia fra tutte queste componenti, come dimostra
questa iniziativa, è possibile.
Nella tre giorni piemontese Giulio Cavalli, attore e regista teatrale che vive sotto
scorta per la sola colpa di aver fatto nomi e cognomi, ha presentato il suo
lavoro dedicato a Bruno Caccia. Lo ha fatto insieme alla “Tromba del Trambusto”
di Acmos, l’associazione che insieme al Gruppo Abele si occupa della gestione
della cascina e ha recitato “Il sorriso di Bruno Caccia”, un reading
teatrale di profondo impatto accompagnato dal Gruppo da camera del
Conservatorio di Torino “G.Verdi”; Una lettera aperta a Bruno Caccia e a Domenico Belfiore,
condannato all’ergastolo come mandante dell’omicidio.
Centinaia le persone
presenti tra le quali Paola Caccia, figlia del procuratore e Gian Carlo
Caselli, attuale procuratore di Torino. L’iniziativa ha poi ospitato Ezio Bosso che accompagnato dal Buxus Consort ha seguito la scia di armonia con le musiche di “Io non ho paura”.
Un richiamo ad andare verso il basso è arrivato nella
seconda serata in memoria di Bruno Caccia che si colorata di jazz con
Furio Di
Castri e il suo contrabbasso a tenere la scena e l’attenzione del
pubblico. Un monito musicale che per chi opera con
Libera è stato anche un modo per ricordare l’esigenza di ripartire dai
territori e dal loro governo e dal lavoro di cittadinanza attiva. A
seguire l’esibizione tributo a John Coltrane, in cui Di Castri è stato
accompagnato dalla tastiera, dalle trombe, dal sax e dal clarinetto dei
suoi
ragazzi.
Infine la tre giorni ha visto
l’esibizione del Coro dei Piccoli Cantori di Torino, diretti da Carlo Pavese,
con la merenda sinoira. “Armonia” che in greco significa “accordo/unione”, non è stato solo questo. E’ stato ricordare
il lavoro ed il coraggio di chi vive quotidianamente Cascina Caccia, con il
solo obiettivo di renderlo luogo di tutti: un luogo di cultura ed impegno, di
lavoro e di passione. In tanti hanno dato il loro prezioso contributo: dai ragazzi dell’Istituto J.B. Beccari
di Torino che ha curato gli aperitivi e la cucina sino alla rete di Libera Piemonte, del Presidio Renata
Fonte e del Presidio Rita Atria.
Negli stessi giorni è stata inaugurata anche all’Associazione
Nazionale Magistrati,
della sala che ospita l’archivio di libri, testi giuridici e documenti
che
hanno contribuito a fare la storia del nostro Paese. Infine presentata
la Collezione Bruno e Carla Caccia, realizzata in
collaborazione con Paratissima e numerosi artisti che hanno donato le
loro opere d’arte, che risiederanno sui beni confiscati di tutta
Italia, rinnovando questo accordo tra arte, cultura e legalità, partito
in questa tre giorni prorprio dal Piemonte.
Da tempo a San Sebastiano da Po, è nata un’altra storia. Da
ieri possiamo dirlo con più convinzione: è una storia di Armonia.
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