Libero Cinema, il viaggio itinerante
dei «saltimbanchi» anti-mafia
«Un moderno gruppo di saltimbanchi», si definiscono così i
protagonisti della carovana di Cinemovel. E da definizione portano il
cinema piantando le tende in giro per il mondo. Africa, dove nel 1997 è
nata l’idea, grazie ai due fondatori Elisabetta Antognoni e Nello
Ferrieri, come strumento di sensibilizzazione e di lotta all’Aids e
dell’infibulazione, pratica di mutilazione genitale femminile, con la
sponsorizzazione di un testimonial d’eccellenza come Nelson Mandela. E
pure Italia, dove alla quarte edizione, porteranno da luglio il cinema
nelle terre confiscate alla malavita. Camorra, Mafia, ‘Ndrangheta e
Sacra Corona Unita. Senza differenza. In Campania come in Sicilia e
Calabria, passando dalla Puglia. A Castel Volturno, Cinisi, Corleone,
Mesagne, Polistena. Negli anni la carovana ha cambiato forma, ha
trovato nuovi amici con il sostegno del vicepresidente del Senato, la
radicale Emma Bonino, il regista Ettore Scola diventato presidente
onorario del progetto e Libera, l’associazione anti-mafia presieduta da
don Luigi Ciotti. Così da quattro anni il «Libero Cinema» spinge il
pedale sul freno e si ferma con telone e cine-proiettore in «Libera
Terra». I terreni confiscati e sgomberati dal potere dei clan, delle
‘ndrine, dei mandamenti.
GLI APPUNTAMENTI – E Cinemovel
fissa venti appuntamenti dal 7 al 26 luglio, dalle nove della sera, con
la proiezione tra gli altri di film come «Placido Rizzotto»,
«Fortàpasc», «Biutiful Cauntri», «L’Amico di Famiglia». «Se il cinema,
l’arte, la musica possono portare un contributo nella lotta alla
criminalità, alle mafie, alla violenza, alla sopraffazione? Noi
crediamo di sì…» ha detto don Luigi Ciotti riferendosi allo spirito che
anima Cinemovel. Lo spirito insito nei film della rassegna ambulante e
che raccontano la storia di uomini come tanti altri, eppure tanto
diversi. Placido Rizzotto, il sindacalista fatto sparire dalla mafia
nell’immediato dopoguerra raccontata da Pasquale Scimeca e Fortàpasc di
Marco Risi, su Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra di
ritorno dal lavoro a ventisei anni, sotto casa, perché sapeva troppo.
«Biutiful Cauntri» di Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio e Peppe
Ruggiero, documentario-denuncia sulla distruzione in termini ambientali
e di vite umane portata delle eco-mafie con l’emergenza rifiuti in
Campania, ma pure «L’Amico di Famiglia» di Paolo Sorrentino. Con
Giacomo Rizzo, alias Geremia, usuraio senza «amici veri» e vita sociale
in una Latina geometrica, incorniciata nelle architetture del
ventennio. Le proiezioni con autori, registi e interpreti si svolgono
con i protagonisti nello spazio recintato dal cinema itinerante e i
suoi saltimbanchi (il calendario).
Trackback dal tuo sito.