Trapani, stavolta le scritte sono a favore di Linares
Un paio di manifesti scritti al computer, Hanno fatto dapprima la loro comparsa in autostrada appena sopra la vernice bianca usata dall’Anas per cancellare l’ignobile, stupido, vile, messaggio intimidatorio destinato al dirigente della Squadra Mobile di Trapani, vice questore Giuseppe Linares. Poi poco alla volta in alcune zone della città, appiccicate all’esterno di alcune cabine telefoniche. E’ come quello che un paio di anni addietro accadde a palermo, lì però in forma più massiccia, inondante, l’iniziativa quella fu dei giovani di “Addiopizzo”, contro il popolo che pagava il racket, sfida che segnò l’inizio di una piccola rivolta, l’inversione di tendenza contro mafiosi ed estortori. A Trapani i manifesti comparsi non si sa ancora collocati da chi inneggiano a Linares, se ne augurano mille con le capacità dello stesso investigatore, e poi in altri è dichiarato l’odio dei trapanesi per i mafiosi. Su Facebook invece hanno già costituito un gruppo a sostegno al capo della Mobile, molti quelli che vi hanno aderito ed hanno dichiarato condanna e sconcerto per la frase minacciosa comparsa mercoledì mattina in autostrada.
C’è anche chi pensa ad organizzare una manifestazione per venerdì mattina, giorno in cui a Trapani dovrebbero esserci il ministro della Giustizia Alfano e il sottosegretario all’Interno Mantovano, presenti ad un convegno all’Università sui beni confiscati, durante il quale si parlerà della modifica della relativa legge. Il punto, e sarà prezioso l’intervento di don Luigi Ciotti, presidente di Libera, fare in modo che la legge venga modificata consentendo un innalzamento del livello dei poteri dello Stato per incidere nel tessuto economico controllato dalla mafia, ed anche ad evitare lungaggini nelle assegnazioni e che tanti beni restino non assegnati. Una delle proposte è quelle di destinare i proventi dei beni sequestrati nei territori dove questi beni hanno sede ma anche ad impinguare quei capitoli del bilancio destinati a mantenere l’attività delle forze dell’ordine. Insomma innalzare i livelli di contrasto, non abbassarli. E sopratutto non essere fin troppo critici con l’attuale norma, ricordando che questa fu la legge che portò la mafia ad uccidere il deputato Pci Pio La Torre, la norma sui sequestri e sulle confische dei beni ai mafiosi porta il suo nome e quello dell’ex ministro dell’Interno Rognoni, che grazie a questa legge le mafie di tutta Italia sono state colpite nei possedimenti, e spesso si è dimostrato che le confische non sono andate avanti, non tanto per colpa degli articoli della legge, quanto più a causa di uomini che negli apparati pubblici hanno fatto da complici ai mafiosi. A Trapani esempi ce ne sono tanti. Un prefetto che decise di sbloccare una serie di iter, Fulvio Sodano, si ritrovò un giorno un imprenditore (mafioso) nel suo ufficio pronto a fargli una offerta per acquistare la Calcestruzzi Ericina, confiscata al capo mafia Virga, e qualche mese dopo il suo “no” detto a quel mafioso, accadde, non si sa ancora se per casualità o per altro, il trasferimento da Trapani. La storia di Sodano è racchiusa anche in una intercettazione, un paio di mafiosi furono ascoltati ad auspicare che da Trapani presto potesse andare via quel prefetto ma non solo lui, anche il capo della Mobile Linares e il questore.
Tante le solidarietà giunte al vice questore Linares. Quelle dei sindaci, di Trapani, Fazio, Mazara, Cristaldi, Alcamo, Scala, Erice, Tranchida: «Questo inchiostro altro non fa che provocare un maggiore cordone di solidarietà e vicinanza a chi è impegnato a restituirci città libere da mafiosi con lupara nel cervello e dai colletti bianchi». Dalla Provincia, il presidente Turano e quello del Consiglio Poma questi anche a nome dei consiglieri: «Daremo appoggio concreto a chi combatte la piaga della criminalitàorganizzata e mafiosa». Solidarietà dal presidente del Consiglio comunale di Erice Giovanna Millocca e dal segretario del Pd di Trapani, Cusenza. Tra i parlamentari, i deputati regionali Gucciardi e Oddo (Pd), quelli nazionali, Siragusa, Garraffa, Genovese, Papania e Lumia (Pd), Fallica (Pdl), D’Alia (Udc), la senatrice della Lega, Maraventano: «Si mettano l’anima in pace coloro che pensano di fermare l’opera della polizia contro la mafia con queste minacce ». Confindustria con i presidenti regionale e provinciale, Lo Bello e Durante e dal vertice nazionale con Antonello Montante. “Esprimiamo la nostra più totale e sincera solidarietà al vice questore e Capo della Squadra Mobile di
Trapani Giuseppe Linares per le minacce ricevute – afferma il presidente di Confindustria Trapani, Davide Durante – Rinnoviamo l’apprezzamento per la continua ed incessante azione investigativa sua e dei suoi uomini nel contrastare la criminalità organizzata e mafiosa segnando significativi e sempre più importanti risultati. Condanniamo fermamente tali vili e proditori atti che, certamente, non potranno in alcun modo intimidire poliziotti coraggiosi come Linares ma, di contro, spingono ancor di più la società civile a stare al fianco dello Stato e degli uomini che difendono e tutelano i cittadini e, con essi, gli imprenditori onesti”.
Voce irata quella della Cgil con il segretario Mimma Argurio: “Condanniamo il vile atto intimidatorio. Sono certa che il capo della squadra mobile Giuseppe Linares non si farà intimidire e proseguirà con maggiore vigore la sua azione investigativa nella lotta alla mafia e alla criminalità organizzata. A nome di tutta la Cgil – ha aggiunto Argurio – esprimo al vicequestore Linares la più sincera e incondizionata solidarietà”. Prese di posizione anche dal coordinamento provinciale di Libera, dal Siulp con Antonino Cusumano, dal movimento «per Erice che vogliano». Anche dall’Agesci. Il sindacato dei giornalisti con il segretario Mariza D’Anna: «Giornalisti e forze dell’ordine combattono la stessa battaglia a difesa della democrazia e contro le sopraffazioni, impegno che continua e non si ferma».
“La notizia della intimidazione al Capo della Squadra Mobile di Trapani ci lascia sgomenti e a Giuseppe Linares esprimiamo la nostra piena e totale solidarietà – ha dichiarato Paolo Salerno presidente dell’associazione antiracket e antiusura di Trapani – il gesto vigliacco indirizzato al Dr. Linares non può che rafforzare la nostra voglia di combattere e il nostro desiderio di sconfiggere la mafia ed ogni forma di illegalità. Anche noi, come associazione Antiracket, cercheremo di dare il nostro piccolo contributo che, certamente, rispetto all’attività portata avanti dalle Forze dell’Ordine è ben poca cosa, ma siamo certi che, oggi, ogni tributo diventa fondamentale, soprattutto quando mira a scardinare questo alone di indifferenza, o peggio di connivenza, che ruota ancora attorno al fenomeno mafioso”.
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