Salemi, il ripensamento del sindaco Sgarbi
Cosa è una “folgorazione sulla via di Damasco”? o più semplicemente sulle strade di Salemi e lungo la via che conduce a Salemi a casa dell’ex onorevole Pino Giammarinaro? Sta di fatto che il sindaco e critico d’arte Vittorio Sgarbi ha smesso di dire che la mafia non esiste, e già questa è una cosa importante, e concede alla pubblica opinione elementi per indurre a far pensare che ha cambiato idea. Certo sullo sfondo si intravedono i contrasti insorti tra lui e il suo mentore, Giammarinaro per l’appunto, e a questo punto si potrebbe dire che tutto era previsto.
La presa di posione di Sgarbi sembra scaturire da quando pare guardandosi attorno e vedendo ciò che accade per le vie e le piazze del comune belicino, con più attenzione si è messo a leggere le carte della commissione ex art.5 – cosidetta – che è quell’organismo che a distanza di 41 anni dal terremoto del Belice continua a sopravvivere, non solo a Salemi, in ogni Comune della Valle, per concedere i contributi per la ricostruzione. L’attività di queste commissioni, e non solo a Salemi, nel tempo sono state oggetto di indagini giudiziarie, sullo sfondo, proprio di quella di Salemi, vi sono anche le ombre di gravi fatti delittuosi, come l’omicidio, mai risolto, di un suo componente diversi anni addietro, un politico, tale Pierucci.
“Ho sperato – dice Sgarbi – nell’estinzione della mafia, almeno rispetto ai suoi referenti istituzionali, ma sono costretto a riconoscerne l’evidenza nell’azione criminale e distruttiva contro le città e il paesaggio, beni primari della Sicilia e della sua civiltà, culturale e agricola”. Più che di speranza il sindaco Sgarbi, come ben si ricorderà, aveva espresso certezza sull’inesistenza della mafia, oggi altro è il suo pensiero, quantomeno si tira fuori dalla schiera dei sindaci che pensano ad una mafia “battuta” e quindi inesistente.
A indurlo a questa nuova riflessione, ufficialmente le vicende legate a demolizioni nel centro storico di Salemi. Spiega Sgarbi: “Un centro storico importante, sottratto alla tutela dello Stato e della Regione è stato gravemente compromesso dalla ricostruzione interamente finanziata dallo Stato attraverso le cosiddette commissioni comunali «ex articolo 5» che valutano i progetti e deliberano i contributi. Sto procedendo all’accertamento delle demolizioni, anche recenti, di edifici intatti nel centro storico, in alcun modo colpiti dal terremoto e distrutti per ottenere finanziamenti per ricostruzioni con materiali impropri e con l’alibi della messa in sicurezza per il terremoto. E’ risultato che il terremoto ha prodotto infinitamente meno danni di quanti ne abbia procurato la ricostruzione. Vero e proprio terremoto con effetti a strascico, sciame sismico, dopo 40 anni.
Ho accertato che nel pieno centro storico sono stati abbattuti edifici integri in nessun modo interessati da lesioni del terremoto del 1968. Ho perciò deciso di sospendere tutti i finanziamenti attribuiti dalla commissione “ex articolo 5”, erogati in modo fraudolento con la complicità di tecnici che hanno fornito perizie giurate totalmente estranee allo stato di fatto, attribuendo agli edifici condizioni di pericolo inesistenti. Ravviso nella complicità tra tecnici, politici e imprenditori a danno dello Stato una vera e propria associazione a delinquere che ha sostanzialmente attivato percorsi mafiosi allo stesso modo di quanto è avvenuto per i parchi eolici di cui sembra che solo la Sicilia abbia straordinaria necessità
Le consuetudini mafiose sono proprio nella consapevole attività di inganno alle istituzioni sfruttandone le normative a fini di lucro personale. La documentazione che ho raccolto nel centro storico è assolutamente inequivocabile, a partire dall’abbattimento, sospeso in extremis, di uno degli edifici monumentali di maggiore interesse della città, emblematicamente alle spalle del Comando dei vigili urbani e di fronte l’ufficio tecnico del Comune. Naturalmente i finanziamenti verranno liberati per chiunque vorrà partecipare alla opportuna impresa di ripristinare, restaurare, riparare gli edifici storici. Per questo ho già incontrato l’imprenditore Andrea Vecchio concordando, come atto generoso di liberalità civica, il recupero di un edificio di proprietà del Comune da destinare ad iniziative di educazione civica”. Sgarbi incontrerà Vecchio il 26 giugno.
Che c’era qualcosa che a Salemi andava muovendosi si era notato da qualche giorno, dopo l’esito delle Europee che avevano bocciato il sindaco Sgarbi, che sebbene la lista per la quale correva, quella dell’Mpa di Lombardo, non ha raggiunto la soglia minima per partecipare all’attribuzione dei seggi, comunque non lo aveva visto “premiato” per preferenze. Una campagna elettorale che aveva visto allargarsi la divisione tra lui e l’Udc di Giammarinaro, il politico, processato per mafia e assolto (grazie alle norme che ne frattempo entrarono in vigore sul cosidetto giusto processo che posero limiti all’uso dei pentiti in dibattimento) ma al quale fu applicata la sorveglianza speciale. Giammarinaro lo volle candidato a sindaco alle ultime amministrative. Sgarbi fu eletto e al primo comiziò elogiò subito Giammarinaro che per un periodo gli è stato sempre vicino. Un rapporto tra i due fatto da idilliaci sensi, via via sbiadito, e la mafia, che per Sgarbi prima che non c’era, ora invece c’è,è stata l’argomento prima per allearsi e poi per dividersi.
Sgarbi all’ultima campagna elettorale per le Europee ha annunciato l’azzeramento della Giunta di Salemi, Giammarinaro invece anticipò l’apertura della campagna elettorale delle Europee pare con una maxi cena con oltre 150 invitati per decidere che con l’amministrazione Sgarbi non c’erano più rapporti. A campagna elettorale quasi conclusa una mattina davanti al comando dei vigili urbani venne fatto trovare un sacchetto indirizzato a Sgarbi con dentro la testa di un maiale divisa e un chiaro biglietto di minacce con invito ad andarsene da Salemi. Non è noto sapere se c’entri o meno la mafia, certo la testa di maiale non ha mai fatto parte delle esternazioni mafiose, ma forse agli autori del deprecabile gesto, condannato da più parti, non è stato possibile trovare quel giorno facilmente teste di agnello o di capretto che di solito fanno parte della cruenta messaggeria mafiosa, ma indubbiamente è il segnale che Sgarbi non si aspettava di ricevere, sicuro com’era che la mafia non esisteva e che i mafiosi potevano semmai essere i giornalisti che la raccontavano.
La mafia da tempo non è più solo quella di coppole e lupare, è quella stessa che si è macchinata di feroci delitti ma che ora ha cambiato pelle, fa impresa, si occupa di grandi e piccoli lavori, e di edilizia sia privata che pubblica. Ed è stata anche aiutata nel tempo dal fatto che questa nuova Cosa Nostra non ha ricevuto in generale da società civile e politica tanta attenzione, spesso è stata sottodimensionata, a dispetto delle indagini e delle condanne pronunciate dai Tribunali, apposta o casualmente che questo sia avvenuto, si è sempre trattato di un gran bel favore fatto ai nuovi boss. E se adesso i nuovi boss, o i loro complici, per le affermazioni come quelle di Sgarbi, si possano prendere qualche dispiacere in più, in aggiunta alle sferzate dell’attività investigativa, è una cosa che non può non piacere. Eventuali faide (politiche) a parte.
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