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Niscemi, al Comune un bene confiscato alla mafia

Di Valeria Meta il . Sicilia

Le strade della legalità confluiscono
a Niscemi. Appena una settimana dopo l’operazione antiracket conclusasi
con l’arresto di cinque persone, la cittadina in provincia di Caltanissetta
torna a far parlare di sé per un’importante appuntamento istituzionale.

Giovedì prossimo, infatti, si terrà
la cerimonia di consegna al Comune di un bene confiscato alla mafia;
si tratta di un immobile situato in contrada Apa, che come previsto
dalla normativa di gestione e destinazione dei beni oggetto di sequestro
o confisca, sarà trasferito al patrimonio comunale. Starà poi all’amministrazione
guidata dal sindaco Giovanni Di Martino stabilire se assumersi direttamente
il compito di gestire l’immobile o assegnarlo in concessione a comunità,
enti o associazioni di volontariato. Quel che davvero conta è però
la restituzione alla cittadinanza di un bene che le appartiene e di
cui ora potrà tornare a disporre.

La riconsegna dello stabile alla città
è motivo di grande soddisfazione per tutti quegli esponenti delle istituzioni
che si sono battuti affinché la legalità non rimanesse solo un miraggio. 
«Un altro passo – dice il sindaco Di Martino – che la nostra comunità
si appresta a compiere contro l’infiltrazione dei fenomeni mafiosi».
Sotto questo profilo, Niscemi sta vivendo un momento particolarmente
felice, soprattutto in considerazione del ruolo determinante svolto
dai suoi cittadini: è stato proprio grazie alle loro denunce, infatti,
che gli inquirenti hanno potuto condurre in porto l’indagine che ha
sgominato un’associazione dedita alle estorsioni. Ora un altro importante
segnale di coesione sociale: «La consegna di un bene confiscato alla
mafia – ha aggiunto il primo cittadino – per la nostra città dimostra
l’importante inversione di tendenza che la nostra comunità ha fatto
negli ultimi anni. Il pacchetto antiracket e adesso i beni confiscati
ai mafiosi sono per noi testimonianza dell’impegno di questa amministrazione
per lanciare percorsi di Cittadinanza attiva, e responsabilità dei
cittadini sotto l’egida dell’antimafia».  E per chi la mafia la
combatte tutti i giorni, episodi come questo sono tutt’altro che marginali.

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