Messaggi a Messina Denaro da detenuti
I boss trapanesi detenuti, molti dei quali sottoposti al
carcere duro previsto dal 41 bis, riuscivano a far arrivare all’esterno
del carcere messaggi che erano anche diretti al latitante Matteo
Messina Denaro.
Il particolare emerge dall’inchiesta “Golem”, che stamani ha portato la
polizia di Stato all’esecuzione di 13 ordini di custodia cautelare.
Proprio per questo collegamento fra dentro e fuori il carcere, sono in
atto perquisizioni in 15 istituti di pena, con la collaborazione del
Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, nei confronti di 37
detenuti trapanesi, che risultano in contatto con gli indagati
dell’inchiesta “Golem”. Le perquisizioni sono state disposte negli
istituti di pena dell’Abruzzo, della Campania, della Calabria e della
Sicilia. La polizia di Stato, in collaborazione con gli agenti della
polizia penitenziaria, stanno controllando detenuti che sarebbero
legati a Matteo Messina Denaro, con i quali si sarebbero scambiati
messaggi durante la detenzione. Fra i boss ai quali viene effettuata la
perquisizione in cella vi è Mariano Agate, 70 anni, capo del mandamento
mafioso di Mazara del Vallo, detenuto da 15 anni, condannato a diversi
ergastoli; Filippo Guttadauro, 58 anni, cognato di Messina Denaro,
arrestato nel luglio 2006, indicato nei ‘pizzini’ che si scambiavano
Bernardo Provenzano e Messina Denaro, con il numero ‘121’. Gli
investigatori, durante le prime perquisizioni hanno acquisito diversi
elementi importanti, già al vaglio degli inquirenti, e per questo
motivo stanno valutando la possibilità di chiedere al Dipartimento
dell’amministrazione penitenziaria l’immediato trasferimento di alcuni
detenuti in altri istituti di pena.
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