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Satyricon o dell’indifferenza

Di Gaetano Liardo il . L'analisi

Cos’è successo
nell’ultimo mese in Italia? Una domanda che sepreggia nella stampa
di tutto il mondo, sollevando innumerevoli interrogativi sul Belpaese,
il suo premier e la democrazia. Un susseguirsi di scandali, smentite,
attacchi, all’alba delle elezioni europee. Il “Noemigate”, il
divorzio al vetriolo dalla moglie, i voli di stato, le “feste” di
Villa Certosa, il caso Mills. Notizie che hanno fatto il giro del mondo
mettendo sulla graticola Berlusconi e scavando in profondità sulla
natura del potere dominante in Italia. Notizie che hanno dato vita ad
un infuocato dibattito internazionale, ma che nel nostro paese non sono
riuscite a scalfire l’indifferenza della gente. O meglio, se tanto,
e male, si è discusso su Noemi e sul divorzio dalla moglie, non sono
mai state veramente approfondite le questioni di fondo di tutta la vicenda:
la differenza tra pubblico e privato, il comportamento di un capo di
governo e il lassismo morale dilagante nel paese. Perché? La risposta
va cercata nel funzionamento dell’informazione in Italia, che ricordiamo
essere minata profondamente da conflitti di interesse, ad iniziare da
quello macroscopico del premier, e da comitati di affari pronti a vendere
“verità” spesso diverse dalla realtà. Quindi tanto più all’estero
la stampa indignata attaccava i comportamenti “ludici” dell’uomo
più potente italiano, richiamandolo alle sue responsabilità, nel nostro
paese una cortina fumogena avvolgeva confusamente gli scandali politico-sessuali
del premier. Difese, stoccatte, attacchi frontali, la macchina da guerra
del Cavaliere ha tenuto sparando tutte le cartucce a disposizione, portandosi
dietro buona parte dell’informazione pubblica e privata: Rai, Mediaset,
giornali di famiglia, gli avvocati-deputati, ministre, sono riusciti
a sviare l’attenzione dal cuore del problema: la manifestazione del
potere in Italia. Il pubblico e il privato: «è difficile tracciare
la linea (di demarcazione), soprattutto se le persone che reclamano
la privacy per la propria vita privata, convertono in pubblica la stessa
vita privata», commenta Juan Cruz su El Pais. La sfera privata che
si mischia con quella pubblica ha creato gli scandali dei voli privati
diventati di stato, con il compito di portare nella residenza privata
del presidente del consiglio, “amiche” private del premier per allietare
gli incontri pubblici con ministri, capi di governo, come hanno ferocemente
messo “a nudo” le foto mai pubblicate dalla stampa italiana per
divieto della magistratura. Violazione della privacy, appunto. «L’Italia
è convissuta senza alcun ritegno morale con il fatto che Silvio Berlusconi
abbia conosciuto, corteggiato, invitato, raccomandato, assunto, aiutato
e promosso centinaia di veline lungo la sua carriera politica», scrive
nel suo lungo reportage Miguel Mora su El Pais. 

Pubblico e
privato si mischiano anche nelle nomine dei vertici della Rai: il Cavaliere,
padrone del secondo polo televisivo, privato, decide nella sua residenza,
privata, le nomine dei direttori delle testate televisive del servizio
pubblico forte del suo incarico, pubblico. La stampa estera ha scritto
e descritto di vizi, abusi, soprusi, illegalità, domandandosi fino
a che punto gli italiani potranno tollerare tutto questo “ciarpame
politico”: «…con le elezioni europee alle porte gli elettori italiani
dovrebbero riflettere su come si comporta il loro governo, su quali
sono i candidati più adatti a rappresentarli a Strasburgo, e sulla
mancanza di chiarezza mostrata dal loro primo ministro nel bel mezzo
di una crisi politica ed economica», lancia l’allarme il Times di
Londra. Lo stesso giornale che è stato duramente attaccato dal premier
con l’accusa, insieme ad altre testate straniere, di complottare contro
di lui. «I lettori inglesi saranno sorpresi di sapere che il Financial
Times, il Times e l’Economist sono marionette della sinistra italiana»,
risponde James Waltsen dalle colonne dell’Independent. Geoff Andrews,
di Open Democracy, attacca il Cavaliere sulla mancata risposta ai dieci
quesiti posti da Repubblica: «..ha accusato Repubblica di aver orchestrato
un complotto che coinvolge la stampa internazionale….ha detto inoltre
che il Parlamento italiano è inutile e che i giudici sono motivati
dall’odio e dall’invidia. Le sue reazioni sollevano ancora una volta
questioni di interesse pubblico sul suo operato come presidente del
consiglio».

Il più duro
e sdegnato attacco a Berlusconi viene dal premio Nobel Josè Saramago
che dalle colonne di El Pais, ha parlato della “cosa” Berlusconi:
«una cosa pericolosamente somigliante a un essere umano, una cosa che
dà feste, organizza orge e comanda in un paese chiamato Italia», fino
ad arrivare alla violenta sciabolata: «l’ho chiamata delinquente
questa cosa e non me ne pento», spiegando meglio: «da anni la cosa
Berlusconi commette delitti di variabile ma sempre dimostrata gravità».
Il premier non viola le leggi, continua Saramago, arriva addirittura
a «produrne come salvaguardia dei suoi interessi pubblici e privati,
di politico, imprenditore e accompagnatore di minori». Duro e indignato,
come la gran parte dei media internazionali, che denunciano la “deriva”
politica, economica, sociale e morale del nostro paese, retto da una
classe dirigente da tardo impero romano, nell’indifferenza di una
società che nonostante tutto continua a premiarla.

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