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San Ferdinando: beni per 500 mila euro confiscati al clan Bellocco

Da Strill.it il . Calabria

Due
fabbricati di circa 300 m.q. complessivi per un valore di oltre 500
mila euro gia’ sequestrati al clan Bellocco, operante nei comuni di
Rosarno e San Ferdinando, sono stati confiscati dalla Guardia di
Finanza di Gioia Tauro su disposizione del Tribunale di Reggio Calabria
sezione misure di prevenzione.

Il provvedimento
eseguito nei giorni scorsi, ha confermato il preventivo sequestro
operato nel mese di settembre 2008, dandogli  carattere permanente.

Esso
aveva riguardato, in particolare, i due immobili  che sono risultati di
fatto, nella disponibilita’ di Bellocco Giulio, della moglie Spanò
Aurora, del figlio Bellocco Antonio, ma avevano come intestatario
fittizio il pregiudicato rosarnese Morabito Giuseppe (cl. 69).

Il provvedimento
era scaturito da pregresse indagini condotte dalla direzione
distrettuale antimafia di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione
denominata “Tasso”, che, alla fine dell’anno 2005, aveva emesso
un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Bellocco
Giulio (cl. 51), Spano’ Aurora (cl. 47), Rao Francesco Antonio (cl.
65), D’Agostino Vincenzo (cl. 65) e Loiacono Antonio (cl. 74) di
Nicotera (VV),  tutti accusati di usura ed estorsione aggravata e
continuata.

Le
forti intimidazioni e il sovente ricorso a minacce, avevano garantito
al noto clan la possibilita’ di operare in un contesto fortemente
connotato da omerta’ e rassegnazioone.

Le
abberranti condizioni ambientali create, avevano cosi’ garantito alla
cosca la possibilita’ di accumulare notevoli profitti finanziari
illeciti, da reinvestire nell’acquisto di immobili e auto di lusso.

Consci
delle tecniche investigative a disposizione delle forze di polizia per
accertare la consistenza patrimoniale degli appartenenti alla
criminalita’ organizzata, i componenti della cosca hanno cercato di
aggirare il “problema”, creando una fitta rete di intestatari fittizzi
dei beni, in realta’ nella disponibilita’ del clan.

In
considerazione della peculiare professionalità del corpo, nel quadro
della polizia economico-finanziaria e giudiziaria, sul finire del 2006,
la Procura della Repubblica di Palmi delegava la Guardia di Finanza di
Gioia Tauro a svolgere i dovuti accertamenti.

Pertanto veniva intrapresa un’attività
info-investigativa in materia di misura di prevenzione patrimoniale –
ex art. 2 legge 575/75 –  nei confronti dei familiari, appartenenti
alla nota cosca “Bellocco Giulio”,  finalizzata a ricostruire l’intero
patrimonio immobiliare e mobiliare a loro riconducibile.

Le indagini
iniziali, volte a constatare la situazione reddituale, davano
l’impressione di trovarsi di fronte a dei nulla -tenenti.

Inoltre, i vari
soggetti sentiti in merito, i cui beni erano stati letteralmente
fagocitati dai Bellocco, non fornivano alcuna collaborazione,
nascondendosi dietro un muro di paura e omerta’.

Non convinti
dell’attendibilita’ degli elementi acquisiti, i finanzieri avviavano
accertamenti sulla corretta corresponsione dell’imposta di registro
(dovuta da chiunque cede a titolo oneroso e/o gratuito un fabbricato
per un periodo maggiore di 30 gg.), su tutti gli immobili che
apparivano nella disponibilita’ dei coniugi Bellocco-Spano’ e loro
familiari ed affiliati.

Detti accertamenti
permettevano di individuare numerose scritture private non registrate
attestanti la reale provenienza degli immobili occupati, consentendo
cosi’ agli inquirenti di ricondurre, senza ombra di dubbio, la
proprieta’ degli stessi agli indagati.

Sulla scorta dei dati emersi, il
tribunale  di Reggio Calabria  sezione misure di prevenzione,
disponeva, quindi, ai sensi dell’art. 2/bis della legge 575/65, il
sequestro e succesivamente la confisca di beni immobili.

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