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Latina, per Cusani conferma e minacce

Di Valeria Meta il . Lazio

Tutto come prima. Se non peggio. La
tornata elettorale dello scorso fine settimana ha fatto registrare la
schiacciante quanto annunciata vittoria del Presidente provinciale uscente
Armando Cusani, forte del 57% delle preferenze, di cui l’8% proveniente
dagli elettori dell’Udc. In flessione il Partito Democratico (17%)
che ha pagato il progresso dell’Italia dei Valori. Latina resta dunque
saldamente nelle mani della destra, con l’opposizione staccata di
quasi trenta punti percentuali, e non vede schiarite a fronte delle
molte nubi già addensatesi sul futuro del Sud pontino.

Prova ne è l’arroganza con la quale
il neoeletto Presidente Cusani ha celebrato il successo alle urne lanciando
minacce piuttosto esplicite a rappresentanti delle istituzioni posti
anche molto più in alto di lui. Sconcertante quanto dichiarato ai microfoni
del Tg3 Lazio: “Il numero irrisorio di voti raccolto dimostra che
la Lega deve rimanere al Nord, nonostante il ministro Maroni si fosse
divertito a parlare di Fondi in Consiglio dei Ministri.” Se una formale
richiesta di scioglimento del Consiglio Comunale per accertate infiltrazioni
mafiose sembra a Cusani una barzelletta o uno stratagemma ideato da
Maroni per favorire il suo partito, ci si chiede cosa ne sarà ora di
quanti avevano caldeggiato il provvedimento, in primis il Prefetto di
Latina Bruno Frattasi, fatto oggetto delle aperte minacce rivolte dal
Presidente nei confronti di quanti “non hanno collaborato” con la
sua amministrazione. Che si stia preparando una resa dei conti?

Verrebbe da chiedersi come mai Cusani
possa permettersi simili uscite. Secondo Antonio Turri,  tanta
tracotanza è senz’altro riconducibile al controllo che quella particolarissima
‘loggia’ di imprenditori e amministratori esercita in modo pressoché
totale sul territorio. “L’intera filiera economica, dal settore
alimentare al commercio, dall’edilizia al turismo, è nelle mani dei
soliti noti. Lo stesso Cusani è stato rinviato a giudizio per abusivismo
edilizio (ha fatto costruire un hotel vicino a Sperlonga che è indagato
per abusivismo edilizio, ndr).” Di qui il pessimismo rispetto alla
possibilità che le cose a Latina possano cambiare, anche in considerazione
dell’assenza di opposizione e antimafia sociale, al punto da indurre
il coordinatore di Libera ad asserire che “questa zona versa in uno
stato peggiore del Casertano e della Calabria, dove il dominio dei clan
lascia comunque qualche spiraglio all’iniziativa ‘pulita’. Nel
Sud pontino non è così, se non sei con loro non lavori, come ha dimostrato
lo scandalo delle raccomandazioni alle Asl.”

A Fondi, con l’elezione del sindaco
Parisella in Consiglio Provinciale, si attende di conoscere chi siederà
a capo dell’ammistrazione comunale: “Molto dipenderà dal volere
delle alte sfere” conclude Turri, non senza una certa amarezza. Perché
mai come ora Latina è lo specchio di un Paese che non vuole cambiare.

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