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Cittadini “giornalisti” per creare alternative alla camorra

Di Stefano Fantino il . Campania

Ieri è stato presentato a Casal di Principe presso lo sportello
Assovoce il corso di giornalismo di inchiesta promosso nell’ambito del
progetto ATS “CITTADINI IN CAMMINO” AREA FORMAZIONE E LEGALITA’,
sotto la spinta propulsiva del comitato don Peppe Diana e del coordinamento
casertano di Libera. A coordinare il corso sarà Raffaele Sardo, giornalista
free lance locale, collaboratore di Repubblica. Raggiunto da Libera
Informazione, Sardo ha subito messo in luce il fine dell’operazione: 
«qui non dobbiamo formare “giornalisti”, ma cittadini attivi
che dal fronte della comunicazione cercheranno di dare una mano per
costruire comunità aletrnative alla camorra ».   

Fare un’inchiesta, infatti,  vuol dire fare un’informazione
approfondita, puntuale e corretta, certamente, ma significa anche formare
coscienze nei valori di uguaglianza, solidarietà e giustizia sociale.
Costituendo, laddove questi valori non ci sono, una alternativa. L’alternativa,
in questo territorio, è soprattutto legata alla pressante visione del
mondo proiettata dalla camorra, i cui segni, dall’abusivismo allo scioglimento
dei comuni per infiltrazioni mafiose, all’inquinamento al degrado sociale,
hanno in questi anni indotto enti e le associazioni che fanno capo al
terzo settore ad innescare meccanismi di partecipazione e riappropriazione
dei beni comuni.  Le ore di formazione saranno differenziate: da
un lato  lezioni teoriche con seminari  tenuti da giornalisti
di quotidiani, periodici, televisione e radio. Dall’altro le lezioni
pratiche che consisteranno, invece, in laboratori tenuti da tecnici
e giornalisti esperti, al fine sperimentare sul campo gli argomenti
analizzati e facilitare l’apprendimento degli strumenti di base del
giornalista televisivo, della carta stampata e del web. A tenere i seminari
si avvicenderanno diversi volti del giornalismo locale e nazionale come
sottolinea Sardo: «Ti posso dire che avremo dei colleghi giornalisti
a svolgere dei seminari gente come Sandro Ruotolo (Anno Zero), Conchita
Sannino (repubblica), Roberto Morrione (liberainformazione) Enzo Palmesano,
Chiara Marasca (Corriere del Mezzogiorno), Gigi Di Fiore (il Mattino)
e tanti altri».  

Il corso partirà il 9 giugno prossimo con il primo appuntamento
seminariale, dando il via a un percorso formativo fortemente voluto
dall’impegno del “Comitato don Peppe Diana” e delll’associazione
Libera, per contribuire alla costruzione di “Comunità alternative
alla camorra”. In questo senso il ciclo di seminari si propone di
promuovere un giornalismo di cittadinanza attiva e si integra in altri
progetti. Ad esempio quello della mediateca:  «Tra poco partirà
anche un altro progetto – racconta Sardo – quello della mediateca,
Una banca dati in cui confluiranno tutti gli articoli di gironale, tutte
le foto, tutti i filmati che riguaradno il territorio e che metteremo
a dispozione degli operatori della comuncazione e delle scuole». 

L’obiettivo è sempre quello di costruire costruire comunità educative,
attraverso un sapere di cittadinanza che dalla scuola, all’Università,
al territorio valorizzi i giovani come protagonisti di un processo permanente
alla legalità e alla cittadinanza attiva responsabile. Il tutto facendo
leva su un giornalismo, di inchiesta, che possa promuovere la capacità
dei cittadini di tenersi informati e avere strumenti innovati e vari
d’informarsi.  

Per ora il corso ha contato trenta adesioni, soprattutto ragazzi,
e non sempre con pregresse esperienze giornalistiche, ma molto interessati.
Anche perchè dopo la conclusione del progetto, 93 ore. Di cui 21 ore
di  seminari e 72 ore di laboratorio sul “campo”, una delle
ipotesi  per i ragazzi partecipanti al corso è quello di verificare
se c’è anche la possibilità di costituire una cooperativa di persone
che potranno avere sbocchi occupazionali nel settore della comunicazione,
come ci sottolinea Raffaele Sardo in conclusione. 

Una forte presa di coscienza nell’opinione pubblica al fine di
fare maturare in essa le condizioni per superare la cultura della illegalità.
Un’altro segno importante, coraggioso, che farà germogliare un’alternativa
alla sfiancante morsa della camorra.

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