Rostagno, una festa nei luoghi di Mauro e di chi lo ha ucciso
«Quando abbiamo avuto l’idea dell’appello perchè le indagini sul delitto di Mauro Rostagno non finissero in archivio, ci siamo anche chiesti se non si trattasse di una cosa velleitaria e sostanzialmente inutile. Quando abbiamo cominciato a raccogliere le firme e abbiamo riscontrato quel grande successo che è sotto gli occhi di tutti (10 mila firme), ci siamo rincuorati perché abbiamo ricevuto la conferma dell’amore dei trapanesi per Mauro.
Quando abbiamo saputo che le indagini non venivano chiuse, andavano avanti e venivano trovati riscontri positivi, abbiamo capito che avevamo ben lavorato. Quando è arrivata la notizia delle custodie cautelari per il mandante dell’omicidio di Mauro e per il suo killer, abbiamo esultato perché avevamo ottenuto il risultato che volevamo raggiungere».
L’associazione «Ciao Mauro» promotrice dell’iniziativa torna a far sentire la sua voce e non nasconde una punta di orgoglio in più: «In questi 21 mesi ci capitava di chiederci se veramente il nostro lavoro era stato importante e risolutivo. Se non fossimo stati del visionari velleitari, pensando di sostenere -noi piccoli umani- la “Verità” e la “Giustizia”. E allora giù a cercare improbabili conferme che dovevano sostenere le nostre fatiche e le nostre umane incertezze. Ma adesso non abbiamo più dubbi. Leggendo ciò che dicono di noi i mafiosi, ci siamo rincuorati. I dubbi sono spariti in un solo istante. Quando i cittadini si mettono insieme, ed esprimono con assoluta chiarezza la distanza siderale tra la loro voglia di vivere in pace e senza prevaricare nessuno, il potere mafioso si sgretola. Come al solito “il re è nudo”».
Il riferimento dell’associazione è al contenuto di alcune intercettazioni, in carcere il presunto killer di Rostagno, Vito Mazzara, si è lamentato dell’iniziativa dell’opinione pubblica. E l’associazione «Ciao Mauro» provocatoriamente dice: «Grazie signor killer, nonostante la tua desolata miseria morale, sei riuscito a fare una cosa buona. Ci hai resi più forti, consapevoli e determinati. Grazie di cuore».
L’associazione intanto pensa a organizzare una festa nei luoghi di Mauro e nei luogghi frequentati da chi lo ha fato uccidere e lo ha ucciso. «Devono festeggiare quelli che vogliono bene a Mauro, quelli che hanno raccolto le firme, quelli che hanno firmato, quelli che lo sentivano parlare in televisione, i padri che dicevano “un giorno a l’altro a questo l’ammazzano” e quelli che allora erano piccoli e che sono diventati grandi sentendo il padre dire così. Devono festeggiare tutti quelli che sono contenti che i mafiosi non possono più prevaricare la società, e quelli che vogliono che i mafiosi e i potenti che ancora prevaricano la società (e sono tanti) non debbano più poterlo fare. La festa deve essere popolare e deve esprimere l’orgoglio di un popolo che non vuole essere oppresso».
Un interrogativo alla domande se giustizia è stata fatta l’ha posto il coordinamento per la Pace di Trapani. Forse troppo semplicisticamente parlano di vicenda scontata a proposito degli arresti, si è scoperto che a fare uccidere Rostagno era stata la mafia e che si era mossa con i suoi capi. L’ordinanza è invece un passaggio necessario, senza questa non si possono fare i processi e i processi non si possono fare se chi indaga non raccoglie gli elementi di prova da sottoporre al vaglio dei giudici. Con lo scontato non si fanno processi e non si scrivono condanne.
Il coordinamento dice anche altro e afferma una cosa che sostiene lo stesso pm titolare delle indagini, Antonio Ingroia, e cioè che il movente può non essere satto solo quello del fastidio che Rostagno suscitava facendo il giornalista ad Rtc. Ma gli altri moventi restano nell’ombra, come succede per altri faccende della nostra terra. troppe ombre questo è vero e ci vuole una forte luce perchè le spazzi via. La società civile se vuole ha un nuovo terreno per impegnarsi concretamente.
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